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Meglio non perderla quando non riesci a vincerla. Però il Lecce era partito forte, aveva messo sui giusti binari la gara, ma poi ha sciupato tutto, non sapendo gestire la gara e consentendo a una squadra poco tecnica, ma fortemente motivata, di ribaltare la partita in modo inaspettato. Il pari finale è giusto ma lascia un terribile amaro in bocca.

 

 

Due punti nelle ultime due gare sono troppo pochi per ambire alla promozione diretta. A Cosenza, il Lecce mutava pelle rispetto all'ultima gara contro il Brescia. Baroni utilizzava un ampio turnover, in modo da tenere tutti sulla corda. Gli inamovibili erano Lucioni in difesa, Hjulmand a centrocampo e Coda e Strefezza in avanti. Per il resto, spazio alle tante novità: Simic (brutta prestazione) sostituiva Dermaku, sulle fasce laterali venivano preferiti Gendrey e Gallo, mentre a centrocampo venivano inseriti Majer (da tempo che non era titolare e se ne capisce il motivo) e Gargiulo (anche lui poco lucido), e infine Listkowski operava a sinistra.

Il Lecce partiva subito aggressivo e, sugli sviluppi del primo calcio d'angolo, Strefezza apparecchiava un bell'assist per Coda che con uno stupendo destro al volo insaccava al 2'.

I già pochi tifosi cosentini ammutolivano mentre i numerosi supporters giallorossi si facevano sentire a perdifiato.

Il Lecce era corto e compatto, al Cosenza non riusciva alcuna trama offensiva, anche perché i salentini erano asfissianti nel pressing.

Un primo squillo calabrese arrivava al 13' quando Millico si accentrava da sinistra e tirava sul fondo. Dopo un minuto, però, il Lecce poteva raddoppiare su calcio di rigore, ma Coda si faceva ipnotizzare da Matosevic che respingeva in angolo il tiro poco angolato del bomber di Cava.

Il Lecce controllava la gara ma aveva il demerito di non chiuderla, pensando forse di averla già vinta. Majer e Gendrey pungevano poco a destra, così come Gallo e Gargiulo erano poco precisi a sinistra. Listkowski appariva troppo lezioso e poco concreto. Il Cosenza non faceva proprio nulla, ma al tramonto del primo tempo un lampo improvviso si abbatteva sui salentini.

Infatti, al 43', Strefezza perdeva un pallone insidioso nella trequarti salentina, Millico sfuggiva nuovamente a sinistra e calibrava un cross perfetto per Larrivey che non era chiuso dalla marcatura di Simic e di testa indirizzava verso la porta; Plizzari compiva un miracolo, ma, sulla ribattuta, Larrivey realizzava il pareggio.

Solo Hjulmand non sbagliava un colpo sia in fase difensiva, sia in fase di impostazione, risultando il migliore in campo.

Nella ripresa, il Lecce ripartiva con la voglia di riportarsi in vantaggio e creava subito delle difficoltà alla difesa di casa su calcio da fermo.

Al 49' sempre Millico andava al tiro dalla distanza creando apprensione a Plizzari. Al 51'si compiva la frittata: un lungo lancio dalle retrovie trovava impreparato Simic che, dopo un primo recupero, veniva superato da Millico il quale, con un delizioso pallonetto, superava Plizzari da posizione defilata.

Il Cosenza era falloso e aggressivo. Fin dal primo tempo fioccavano le ammonizioni per i calabresi, segno di una voglia matta di dar battaglia, mentre i salentini erano troppo molli.

Baroni correva ai ripari inserendo Rodriguez al posto di Listkowski verso il 55'. Al 58' sempre sugli sviluppi di un calcio da fermo, il nuovo entrato spagnolo aveva una chance, ma l'estremo difensore cosentino si opponeva di istinto.

Al 65' altri due cambi: Ragusa per Gargiulo e Blin per Majer, ma il Lecce subiva l'affondo in contropiede di Laura che, per un soffio, non faceva il 3-1.

Il Lecce si riorganizzava con un 4-2-3-1, molto offensivo, ma troppi erano gli errori tecnici di Rodriguez e Gendrey; solo Hjulmand era dappertutto e teneva in piedi il Lecce.

Al 75' Rodriguez aveva una grandissima occasione su assist di Strefezza ma incredibilmente mandava alto dal limite.

Questa volta era un assedio salentino, ma i calabresi spezzavano il ritmo, perdevano tempo e usavano ogni strategia per assicurarsi la vittoria.

Al 80' anche Strefezza mancava l'appuntamento col gol e veniva sostituito da Asencio. Il forcing giallorosso era confusionario. Si spingeva di più sull'out di sinistra. Per questo Baroni aveva inserito anche Calabresi, ma a destra i giallorossi non pungevano.

Il Lecce però pareggiava al 95', su calcio da fermo. Ragusa crossava sul secondo palo dove Coda rimetteva al centro per Blin che, di testa, annotava.

Ora a Parma il Lecce ha l'obbligo di vincere per continuare a sognare.

 

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