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È crisi profonda per i salentini. La gara odierna certifica non solo la sterilità offensiva, ma anche un calo incredibile nel gioco, nelle qualità tecniche dei singoli e nella impostazione tattica di Baroni. Un Lecce che non tira mai in porta e non impensierisce mai l'Empoli manifesta la gravità della situazione in casa giallorossa.

 

 

Eppure, ad Empoli il Lecce era chiamato a riprendere il cammino e a muovere nuovamente la classifica, dopo una miniserie di 4 sconfitte consecutive. Invero, anche l'Empoli veniva da un periodo piuttosto negativo, se non nel gioco, certamente nei risultati. Era dunque facilmente prevedibile un inizio di partita caratterizzato da timore e desiderio di non farsi troppo male. Non va però bene la mancanza di reazione dei salentini che perdono su calcio di rigore, ma non fanno nulla per rimettere in sesto la gara.
Nelle scelte iniziali, mister Baroni inseriva Tuia al posto di Umtiti, squalificato, mentre a sinistra Pezzella era preferito a Gallo, autore di una disastrosa prestazione a Firenze. In avanti, invece Banda era soffiava il posto a Di Francesco e Colombo vinceva il ballottaggio su Ceesay.
Il Lecce, all'inizio, era anche propositivo, ma si trattava di un fuoco di paglia: le trame offensive venivano vanificate dalle imprecisioni negli stop di Banda che per due volte aveva avuto buone opportunità, purtroppo malamente sprecate. L'out di destra giallorosso sembrava funzionare meglio della fascia sinistra, sopratutto per le idee di Strefezza (che ha giocato a fasi alterne), ma anche per le incursioni di Gendrey, più continuo, e le aperture di Blin, volenteroso anche in fase difensiva. In ombra e un po' confusionario pareva Hjulmand, così come Gonzalez, utile piuttosto a ostruire che costruire il gioco. L'Empoli cresceva con il passare dei minuti e cercava di sfruttare qualche palla da fermo, ma senza impensierire più di tanto i giallorossi. La prima mezz'ora certificava la sterilità offensiva delle due compagini, lente e compassate. Hjulmand era spesso fuori dal gioco e non recuperava molti palloni, come al suo solito. Al 25' sempre Marin calciava alto da palla inattiva.
In contropiede ci provava anche Baldanzi ma Falcone era attento. Poi l'infortunio di Akpa Akpro apriva la strada al giovane empolese Fazzini. Al 42' Caputo sfoderava un gran tiro da fuori che Falcone deviava in angolo con un gran guizzo. Si chiudeva qui un primo tempo avaro di emozioni e giustamente ancorato sullo 0-0.
Nella ripresa, Baroni inseriva subito Di Francesco al posto di uno spento Banda.
L'inizio era di marca toscana, visto che L'Empoli spingeva maggiormente ma Tuia e Baschirotto sembravano insuperabili. Hjulmand cresceva e calamitava più palloni, dando maggiore equilibrio al centrocampo dei salentini. Era ancora in ombra Gonzalez, mentre Baldanzi, dopo un lungo slalom calciava debolmente verso Falcone.
La svolta della gara avveniva al 60' quando Hjulmand stendeva in area Parisi. Il rigore veniva trasformato da Ciccio Caputo.
Al 66' Baldanzi e Bandinelli mancavano clamorosamente il raddoppio su azione di calcio d'angolo, ma era ancora Falcone ad intervenire.
Zanetti sostituiva Baldanzi con Cambiaghi e Piccoli con Haasal 72', mentre il Lecce metteva Oudin e Helgason al posto di Strefezza e Blin.
Il Lecce però non reagiva e non tirava mai verso la porta avversaria. Al 77' Helgason e Ceesay completavano i cambi di Baroni, nel disperato tentativo di giungere al pareggio. Alla fine anche Gallo veniva gettato nella mischia, ma il Lecce non creava occasioni. Fabbri concedeva 6 minuti di recupero, ma il Lecce era sterile e inconcludente.
Venerdì il Lecce riceverà il Napoli e sulla carta l'impegno è proibitivo, ma i salentini devono riprendere la marcia per non essere invischiati nella bagarre delle ultime posizioni.

 

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