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È stato l’arcivescovo Michele Seccia ad intonare il Gloria e l’Alleluja pasquale per la comunità di Arnesano. Una sorpresa, la sua, che ha lasciato la comunità a bocca aperta, esplosa, dopo giorni, in un pianto di gioia.

 

 

 

Alle 11 della Domenica di Pasqua, è venuto a schiudere il sepolcro arnesanese, chiuso da ben tre giorni, rimettendo in piedi Arnesano con e come il Risorto, ridando fiducia e speranza, restituendo la presenza sacramentale di Cristo, di cui la parrocchia, unica del paese, è stata privata nei giorni più importanti di tutto l’anno, il Triduo Santo. Insieme ad esso, è saltata anche la discesa della Croce straordinaria (il Patrono), prevista per l’azione liturgica del venerdì santo.

Alla notizia della quarantena del parroco don Antonio Sozzo e delle decisioni prese per la parrocchia, si è notato grande smarrimento, tristezza, dolore, dubbio, nella gente, che ormai attendeva con ansia e trepidazione anche la messa feriale, in streaming. Chiesa madre chiusa. Arriva in soccorso la signora Melina che riapre i battenti della chiesa piccinna (ex chiesa madre) per dar ristoro nella preghiera, ai fedeli passanti. Portalecce e Telerama per le dirette del triduo.

L’arcivescovo non ha retto a questo grande dolore ed è corso a dischiudere il sepolcro, spostando il grande e pesante macigno, insieme a don Andrea Gelardo e a , che schiacciava Arnesano. La sua venuta in parrocchia ha colto tutti di sorpresa, come gli apostoli nel Cenacolo, all’arrivo del Risorto, increduli e smarriti.

Il suono delle campane a festa, che da giorni tacevano, è sembrato quello dell’8 maggio 1848, giorno del miracolo del Crocifisso, che salvò Arnesano dalla peste.

Ecco alcuni passi dell’omelia dell’Arcivescovo: […] «Anche questo è il motivo per cui il Vescovo è qui: potevo lasciare una comunità, con quest’unica chiesa madre, senza il segno della presenza sacramentale, che va oltre la mia persona, ma è la Chiesa che è presente? Sì, siamo stati autorizzati, e lo siete ancora, a partecipare via streaming alle celebrazioni, ma il segno sacramentale, anche del vescovo, proprio perché il parroco anche lui deve stare in quarantena, non è qualcosa di straordinario? Viviamo nell’esperienza quotidiana della nostra storia la verità della fede! Ci sono tutte le motivazioni, quelle che sono state addotte, sì, va bene, ma se c'è la possibilità per una comunità che riesce a seguire, anche attraverso i mezzi di oggi una presenza più vicina, che non mette in dubbio la presenza sacramentale, come la presenza teologale della Trinità. Ma tu, Gesù hai voluto lasciare un segno: “ogni volta che farete questo, fatelo in memoria di me”, cioè io sono presente; “prendete e mangiate” e allora, in virtù di questa presenza, Signore ti preghiamo: rinsalda l'unione e la comunione della comunità, della Chiesa, della Chiesa universale e di ogni Chiesa: diocesana, parrocchiale, di gruppo. […]

Carissimi abitanti di questa città, di questo comune, che avete dovuto rinunciare al momento così forte e unificante, per la vostra comunità, della presenza del Crocifisso, che scende dalla sua nicchia per essere in mezzo a voi: Cristo è presente e continuerà ad essere presente e, se ciò che avreste dovuto fare in questi giorni lo rimandiamo alla festa dell’Esaltazione della Croce, Cristo non si allontana, anzi ancor più vi è vicino, ancor più avverte questa fede che è viva nella comunità, è viva in ogni famiglia, questa fede che è capace ancora di farci alzare gli occhi a Gesù Crocifisso e ci ricorda, responsabilizzandoci, una delle sette parole dette da Gesù: “Padre per loro santifico me stesso” offro me stesso, la mia vita è per loro, diceva agli Apostoli, ma diceva a tutti coloro che erano lì, anche per coloro che lo stavano trafiggendo, “perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Ecco l'insegnamento che abbiamo e che tu ci doni, Signore. Fa che questa Pasqua resti scolpita nel cuore, nella memoria di ciascuno, come esame di coscienza e per rinnovare sempre più ogni domenica la gioia di incontrare te che sei morto e risorto per la nostra salvezza.»

Nell’attesa che don Antonio possa tornare in parrocchia, e per il quale la comunità sta pregando, sarà don Andrea Gelardo a garantire le liturgie quotidiane in questi giorni, assicurando ogni giorno la celebrazione in diretta streaming.

L’arcivescovo, come promesso, tornerà ad Arnesano per la “Discesa della croce” a luglio.

 

 

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