Un evento unico e grandioso, quello vissuto ieri sera dalla comunità di Arnesano e dall’intera diocesi di Lecce e dal Salento.
La discesa straordinaria della croce fortemente voluta dall’arcivescovo Michele Seccia. Oggi, come nel lontano 8 maggio 1848, Gesù Crocifisso è sceso dal suo altare, in mezzo al suo popolo, presente attraverso i mezzi di comunicazione (CLICCA QUI), in una chiesa deserta, ma allo stesso tempo straripante di fede e d’amore del popolo arnesanese, aggrappato alla croce, attraverso il suo pastore.
È sceso, sulle note del tradizionale inno, non per la consueta festa patronale di luglio, ma per necessità. Non per essere festeggiato, ma per salvare, benedire, risollevare, ridonare fede, speranza, pace, serenità, unità e guarigione.
L' arcivescovo, dopo la preghiera delle Sante Piaghe, si è rivolto al Crocifisso miracoloso con le stesse parole dell’allora arciprete don Luigi Briganti, di cui ha benedetto la tomba prima della celebrazione:“Oh Signore, in Te solo e la salvezza e la speranza! Oh Signore salva il tuo popolo, il tuo paese e la diocesi! Signore Crocifisso scendi presto in mezzo a noi e salvaci!”, dimostrando che la comunità non ha fatto memoria di quell’evento di 172 anni fa, ma ha vissuto esattamente la stessa realtà, viva e vera, non raccontata. Ha ribadito inoltre, che non è un caso se Arnesano non sia stato toccato dal Coronavirus. Non sono mancati il pensiero e la preghiera per tutti coloro che stanno dando la vita per salvare delle vite: medici, infermieri, volontari, vescovi, sacerdoti e forze dell’ordine… veri e propri angeli custodi, spesso crocifissi.
Un momento davvero di forte commozione è stato quello dell'arcivescovo inginocchiato e aggrappato ai piedi del Crocifisso… insieme a lui l’intero popolo, in un palpito solo.
Il tutto si è svolto con le dovute norme di sicurezza sanitarie previste per questo tempo di pandemia, a porte chiuse e alla sola presenza di ministri ordinati e istituiti. L’esterno della chiesa è stato blindato dalle forze dell’ordine e dalla protezione civile. Il Crocifisso è uscito, brevemente e in sicurezza, sul sagrato, accompagnato dal pastore per salutare e benedire il paese.
E adesso, appuntamento a luglio per la festa patronale, se pur, in forma sobria ed essenziale.