Il 17 settembre si celebra ogni anno la memoria delle stimmate di San Francesco d’Assisi. Nella storia della chiesa il Poverello di Assisi è il primo cristiano ad essere segnato dalle impronte della passione del Signore nel suo corpo.
Anche nel convento dei Padri Cappuccini di Campi Salentina è stato ricordato questo momento con un triduo di preghiera e la celebrazione eucaristica il giorno 17 settembre presieduta dal nuovo parroco Padre Michele Cilli alla presenza di tutta la comunità ed in particolare dell’Ordine francescano secolare.
Il punto cardine della sua omelia è stata la croce. La nostra vita è innalzata verso Dio solo nei momenti in cui accettiamo la nostra missione sapendo che ognuno di noi ha la sua croce, ha le sue sofferenze. Diventa necessario, allora, imparare a riconoscerla, a darle un nome, solo così la si può abbracciare affinché divenga promotore reale dell'amore. Ad ogni gesto della nostra vita, ad ogni momento che viviamo si deve dare un valore cristiano. Dobbiamo spiritualizzare la nostra croce così come ha fatto San Francesco d'Assisi che, aderendo perfettamente al progetto di Dio, ha accettato pienamente la sua croce testimoniata dalle stimmate. Sul suo esempio anche noi dovremmo trovare un piccolo spazio per la presenza Gesù nel nostro tempo e nel nostro cuore. Questo amore di Cristo deve splendere in noi, deve trasparire da noi stessi anche quando siamo abbattuti da pensieri che ci assillano o nelle difficoltà.
La festa delle stimmate del Serafico Padre San Francesco ci ricorda di annunciare al mondo che il Signore non si è dimenticato di noi, che il Signore vive accanto a noi. E quando pensiamo che la nostra croce sia molto pensante, dobbiamo trovare il coraggio di dire: io sono eterno.
Padre Michele Cilli ha terminato la celebrazione invitando i fedeli a farsi incendiare dall'amore di Dio eliminando, con questo fuoco, tutte le scorie della nostra vita che intasano le condutture della grazia lasciandoci bruciare dal fuoco dell'amore di Gesù Cristo.