Padre Saverio Zampa, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, membro della comunità religiosa stabilitasi a Lecce qualche anno fa e cappellano dell’Università del Salento, venerdì scorso ospite nel salotto di Paola Saluzzi (GUARDA), si è raccontato a cuore aperto in un'intervista della conduttrice di Tv2000, durante la trasmissione L'Ora solare, in una puntata dedicata a Lourdes.

Padre Saverio, tarantino, cappellano a Lourdes dal 2002 al 2009 e responsabile del servizio giovani, ha raccontato della nascita della sua vocazione e della speciale “chiamata” alla missionarietà: “Ho incontrato a un certo punto i Missionari Oblati di Maria Immacolata nella parrocchia dove si erano trasferiti i miei genitori. Avevo 15 anni e da quel momento in poi non li ho più lasciati. Poi ho partecipato a un ritiro di tre giorni di giovani del movimento giovanile missionario e lì sono rimasto affascinato da un sacerdote e due giovani che venivano dalla comunità di Marino, vicino Roma. Avevano qualcosa che mi attirava e dicevo: ‘questo è quello che voglio, questo è quello che desidero, vorrei essere così’. Vedevo l'unità tra di loro, vedevo che si volevano bene e avevano un qualcosa di straordinario. È una chiamata. Scatta qualcosa e poi li ho frequentati sono andato a trovarli è passato un po’ di tempo con loro e alla fine ho sentito che dovevo seguirli”.

Da giovane missionario arriva a Lourdes per la prima volta a vent’anni e lì riceve la conferma della propria vocazione sacerdotale e la consapevolezza di voler dedicare la propria vita ai poveri e ai giovani: “alla grotta stando lì avvertivo che Lei mi attirava e le ho detto sì: io voglio vivere questa vita e voglio viverla intensamente per Dio e per il mio prossimo, per cui all'inizio avevo l'idea di seguire il Signore nel sacerdozio, ma lì ho avuto la conferma di donarmi ai più poveri. Missionari oblati vuol dire anche questo: vuol dire la missione intorno a te per i più poveri e in modo particolare anche per i giovani.”

Tra le tante storie di pellegrini incrociate durante l’attività da cappellano anche quella della guarigione miracolosa di un bimbo francese di cinque anni affetto da leucemia che Padre Saverio porta nel cuore: “il compito del cappellano di Lourdes è di accogliere e accompagnare i pellegrini che arrivano per fargli vivere un'esperienza di fede, per fargli entrare nella vita di Lourdes. Mi presentarono il bambino i responsabili del santuario dicendo ‘accompagnalo tu’. I genitori l'hanno portato a Lourdes proprio col desiderio di vivere un'esperienza di fede che li aiutasse ad affrontare la malattia del piccolo. E abbiamo fatto tutto quello che si fa durante un pellegrinaggio. Io con la famiglia - papà, mamma e il bambino -:  il momento clou di questo piccolo pellegrinaggio è stato il bagno alle piscine (…). Qualche tempo dopo sono ritornati a Lourdes e mi hanno lasciato un foglio con su scritto ‘sono tornato a scuola sto meglio e vado a pesca con papà’, per me è stata una cosa bellissima”.

L’Oblato è anche autore del libro “Verrò a trovarti tutte le volte che vorrai: le quindici visite alla grotta di Lourdes”, edito da Paoline, un sussidio per le comunità che vivono la spiritualità mariana di Lourdes, nel quale vengono proposti giorno per giorno, dal 27 gennaio al 10 febbraio, i 15 appuntamenti o visite che Bernadette ha avuto con «la Bella Signora».

Tra i sentimenti vissuti da Padre Saverio attraverso gli occhi degli innumerevoli pellegrini, quello di gratitudine e di restituzione al prossimo dell’amore ricevuto, e tra questi il suo pensiero speciale va, ancora una volta, ai più giovani “per tutti è importante arrivare a Lourdes, però i ragazzi sono come proprio un albero che fa le foglie, quelle verdi appena nate ed è ancora più importante perché arrivano con delle domande, arrivano con delle incertezze, col desiderio di scoprire, qualche volta neanche con un'esperienza di fede alle spalle, ma entrano piano piano in un soprannaturale che si vive a Lourdes e lì si ritrovano qualche risposta o semplicemente cominciano a vedere altre cose, un altro mondo”.