0
0
0
s2sdefault

Diceva Papa Francesco: “La speranza, la grazia e la santa letizia sono sorelle: sono tutte dono di Cristo, anzi, sono altrettanti nomi di Lui, scritti, per così dire, nella sua carne”.

 

 

 

 

E questi sono sicuramente giorni di letizia per Madre Giulia Ida Cavallo, superiora generale emerita delle Suore Discepole del Sacro Cuore, che celebra proprio oggi, 21 giugno, il suo giubileo di professione religiosa.

Domani sera, 22 giugno alle 18, nella chiesa dell’Idria a Lecce, le suore, i sacerdoti, gli amici e lo stesso arcivescovo Michele Seccia, duranta la solenne concelebrazione eucaristica, renderanno grazie al Signore per i suoi cinquant’anni di vita consacrata e di servizio instancabile.

Ha, infatti, incessantemente lavorato per mettere a frutto i molti suoi talenti: il suo temperamento, le sue intuizioni, la creatività, lo spirito forte della sua vocazione, la trasparenza dello sguardo, la permanente disponibilità ad accogliere e a sostenere, ad ammaestrare ed orientare, a guidare ed ascoltare. Oggi è sicuramente contenta di aver potuto e saputo mettere a profitto i doni ricevuti dalla Provvidenza, a vantaggio degli ultimi, dei bisognosi, dei giovani in formazione, della Chiesa e, soprattutto della sua Congregazione.

Fu chiamata a guidarla in una stagione non proprio bella e, tuttavia, Madre Giulia, perseverante e tenace, come pochi sanno essere, confortata dalla luce profetica della Fondatrice, la Venerabile Madre Santina Addolorata De Pascali, ha saputo e voluto orientare tutti e ciascuno verso i carismi costitutivi della Congregazione con quella fedeltà sostanziale che favorisce il dinamismo, la crescita, lo sviluppo e quindi anche l’emancipazione.

Guardando alle molte cose compiute dalla Congregazione e considerando i progetti che intendeva varare, sia in Italia che in quelle che un tempo si sarebbero dette “terre di missione”, ha strenuamente perseguito l’emancipazione di tutte le suore, avendo cura di consolidarne la sensibilità religiosa e, insieme, le risorse culturali. Per questo ha voluto che molte di loro seguissero regolari corsi di studio, anche a livello accademico, ha preteso dignità e prestigio per tutte le comunità, ha assicurato condizioni e mezzi perché ciascuna potesse realizzare al meglio la propria vocazione.

 

 

 

 

Molti, in questi anni, hanno conosciuto ed incontrato, con profitto, le Suore Discepole. Sono stati accolti e curati, nel corpo e nello spirito, uomini e donne, grandi e piccini, sacerdoti ed alti prelati, intere comunità, per le quali la Congregazione si è proposta come esperienza di fraternità e come efficace strumento di promozione sociale. Il più delle volte in silenzio, con umiltà, ma sempre con generosità e trasparenza.

In questo Madre Giulia è maestra: anche quando rimprovera - e non si può certo dire che ella non lo faccia - non recide mai la relazione interpersonale che anzi riprende e coltiva anche soltanto con un cenno, un sorriso o una punta di saggia ironia, lasciando intendere che, in ogni caso e in ogni circostanza, si può sempre contare sulla sua comprensione e sul suo aiuto, come molti hanno potuto sperimentare, tanto in Italia quanto nelle lontane regioni che l’hanno vista protagonista di esperienze pastorali e fondatrice di opere destinate ai servizi educativi e formativi.

Il suo pluriennale servizio, generoso, puntuale ed appassionato, offerto alle scuole materne della provincia di Lecce, l’è valso l’incondizionato apprezzamento della Fism e di quanti operano nelle e per le scuole paritarie d’ispirazione cattolica.

La letizia di questi giorni è il riverbero della sua fede e testimonia la consapevolezza del suo fecondo cammino: i suoi talenti continuano a fruttificare, e lei va innanzi, con umiltà e forza d’animo, senza ignorare gli ostacoli, sapendoli aggirare e puntando sempre alla crescita della Congregazione e della Chiesa locale.

Qui c’è pure la ragione di fondo del suo sentirsi carica di pensieri, come ella stessa ama dire. D’altro canto, se si guarda al domani, con serietà e responsabilità, si capiscono le molte cose che sono ancora da fare, e si scorgono i volti di tutti coloro che hanno ancora bisogno di attenzione e di premure. Occorre trovare nuovi collaboratori, ella dice, occorre aprirsi alle novità, diventare competenti, credere ai giovani, averne cura e dare una mano a quanti lavorano nella formazione.

Il mondo è sempre più complesso e difficile. I giovani hanno bisogno di aiuto, ma la loro presenza riempie di ottimismo ed apre il cuore alla speranza.

I giovani e le insegnanti sono oggi al centro delle attenzioni di Madre Giulia e con i giovani e le insegnanti pensa ai benefattori - vicini e lontani - a tutte le suore, anche quelle di altre Congregazioni e ai cento bisogni del tempo presente.

 

 

 

 

Lavorando nell’Usmi ha imparato ad apprezzare i diversi carismi e ciò che li aggrega nel servizio a favore del popolo di Dio. L’unità e la diversità sono fra loro compatibili. L’una sostiene l’altra e insieme testimoniano la varietà dei doni che lo Spirito effonde nella sua Chiesa.

Per questo non perde mai l’occasione di testimoniare la sua docilità verso lo Spirito e il suo appagamento nelle opere di carità verso i fratelli.

La sua letizia illumina e sostiene l’impegno, il lavoro, la sollecitudine e persino l’inquietudine, che s’accompagnano sempre alla vivacità del confronto che si fa dono proattivo, a vantaggio delle consorelle, dei bisognosi, delle comunità.

Lieta e pensosa, ad un tempo. Così Madre Giulia celebra il suo giubileo. E tutti coloro che l’hanno conosciuta Le si stringono accanto con molti voti augurali.

 

 

 

Forum Famiglie Puglia