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Il cammino giubilare, che riguarda tutti i battezzati, è un tempo propizio per rivisitare le radici della speranza cristiana.

 

 

 

“Nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce. E la sua vita si manifesta nella nostra vita di fede, che inizia con il Battesimo, si sviluppa nella docilità alla grazia di Dio ed è perciò animata dalla speranza, sempre rinnovata e resa incrollabile dall’azione dello Spirito Santo (Spes non confundit 3)”. Se la vita di ogni credente non è animata dall’amore di Cristo, vana è la sua fede, priva di senso la speranza, vuota la carità.

Chi nella Chiesa ha risposto alla chiamata di consacrazione sperimenta che la scelta in sé non sempre è una garanzia di un autentico cammino evangelico, soprattutto se manca l’impegno costante a seguire con fedeltà il Signore. Esso è reale quando il percorso di fede è visibile nelle azioni quotidiane e ciò richiede la continua conversione personale, espressione della relazione incessante e profonda con Gesù Cristo.

Come una fraternità di vita contemplativa di Sorelle Povere di Santa Chiara, chiamata a rendere visibile l’immersione di fede attraverso la testimonianza nella quotidianità della speranza e della carità, vive l’anno giubilare? Se chi osserva la Regola di Santa Chiara, si impegna ad “osservare il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità” (FF 2750), che cosa prevede il cammino di conversione?

L’incontro con il Signore aiuta, a livello personale e fraterno, a leggere la propria storia davanti a Lui nella verità, individuando e chiamando per nome gli aspetti da convertire che molte volte si annidano tra le pieghe della propria vita: l’individualismo, il benessere, il protagonismo, il ripiegamento su se stessi, l’isolamento, l’infedeltà alla Regola, ecc.

Quando si riconoscono gli elementi da convertire umanamente ed evangelicamente, ognuna inizia una reale conversione che immette sulla strada che apre alla speranza. La relazione autentica con il Signore permette di cogliere la connessione tra le luci e le ombre che attraversano la vita profonda e che, se lette con fede, possono essere orientate verso la custodia della comunione.

L’incontro con Cristo povero e crocifisso rivela l’amore disarmato di Dio che affida ad ognuna l’incarico di testimoniare il Suo amore eterno per l’umanità. Ogni Sorella Povera nel cammino di conversione è chiamata a vivere in ogni situazione, sull’esempio dell’Amore Trinitario, relazioni evangeliche e, quindi, umane che rendono visibile un altro modo di vivere insieme.

L’anno giubilare interpella ogni sorella e ciascuna fraternità, per verificare se il cammino di conversione nel quotidiano è il riflesso della relazione con Cristo, senso della vita personale e fraterna.

Immerse nella contemplazione fondata sulla Parola, la stessa meditazione non è finalizza alla ricerca del benessere individuale, ma alla cura della relazione con Cristo povero e crocifisso, con le sorelle e con tutti coloro che si incontrano. Rimanendo costantemente sulla soglia del Mistero, che ha il volto di Dio, Padre di Gesù Cristo, ognuna apprende nell’ascolto e nell’accoglienza dell’Altro il modo con cui rimanere sempre in relazione senza pregiudizi, competizioni, arroganza, ecc.

Rispondere con fedeltà a Cristo comporta l’impegno quotidiano a lasciarsi illuminare dalla Sua presenza. Mentre nel mondo sembra venire meno la consapevolezza di Dio Amore presente in ogni luogo, le contemplative sono chiamate a testimoniare che l’incontro costante con Gesù dà senso all’esistenza, allo scorrere del tempo, all’incontro con l’altro, agli avvenimenti nebulosi e a quelli che fanno credere alla presenza di Gesù Cristo che cammina sulle acque. Liberandosi di tutto e vivendo senza possedere nulla anche in fraternità, ciascuna si impegna ad assumere in ogni momento il pensiero, i sentimenti e l’agire di Cristo.

Il cammino di conversione comporta perciò la verifica quotidiana delle proprie coordinate, sull’esempio di Chiara e di Francesco, davanti al Signore. La costante preghiera di lode e di ringraziamento apre il cuore e rende visibile e credibile la prossimità di Dio anche verso coloro che bussano alla porta del monastero, per cercare tempi di silenzio o un senso alla propria vita, per essere ascoltati o aiutati, perché poveri a livello materiale ed esistenziale. Se la vita contemplativa si svolge alla presenza del Signore nella preghiera incessante, nella stabilità, nell’accoglienza e nel dono gratuito di sé senza condizioni come Gesù, racconta nel quotidiano i segni della bellezza dell’umanità abitata da Dio, affidata ad ogni vivente per custodirla. In questo tempo giubilare la fraternità è chiamata a consolidare la memoria in sé di Dio che esiste, che è amore e a testimoniare con la vita che la misericordia del Signore ci previene e ci rende partecipi della tenerezza dell’Amore Trinitario da donare.

*Abbadessa della Fraternità delle Sorelle povere di Santa Chiara (Clarisse) del Monastero San Nicolò di Otranto,

 

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