Tanti fedeli presenti nella cappella della Casa generalizia in via Monteroni per ‘festeggiare’ insieme alle Discepole del Sacro Cuore il novantesimo compleanno della Congregazione, partita da un’intuizione suggerita dallo Spirito Santa alla fondatrice, la Venerabile Madre Santina De Pascali.
Presenti non solo le sue Discepole, visibilmente emozionate, ma anche sorelle di altre famiglie religiose, in segno di condivisione di una tappa importante della loro storia.
L’arrivo dell’arcivescovo Michele Seccia, per la celebrazione eucaristica, ha rallegrato i cuori di tutti i partecipanti: significativa la sua presenza, testimonianza concreta e tangibile della vicinanza spirituale del pastore verso le sue figlie. «Una tappa importante - sottolinea l’arcivescovo - 90 anni di storia, 90 anni di carisma, che ha ispirato questo afflato missionario, educativo, materno di accoglienza». Ed ancora, con sorriso paterno, ha aggiunto: «Dopo novant’anni vi mantenete bene, in salute. Pregate il Signore perché vi mantenga giovani, con il dono delle vocazioni».
Poi il riferimento a Madre Santina, una donna che, come tutte le fondatrici, ha ricevuto un grande dono racchiuso, come in uno scrigno, nella parola carisma. Un’eredità materna importante che ancora oggi spinge le religiose ad occuparsi di educazione e formazione, attraverso il senso della missione e l’’ardore della passione educativa. Ogni congregazione religiosa conosce, nei tempi moderni, crisi di vocazioni, perdendone l’idealità spirituale: la scelta di consacrarsi non è un sogno o un’idea, ma un carisma ispirato da Dio, che si diffonde ed effonde amore. «Madre Santina, appassionatamente innamorata di Dio - sottolinea mons. Seccia - ha sofferto e gioito per amore, parlando col cuore della sua passione, testimoniando la causalità e la finalità della sua scelta di vita. Come Cristo ha vissuto la sua passione sino alla croce per amore. È bello leggere questi eventi, non come fatti di medaglie o di lapidi, ma come momenti di fede, di ieri e di oggi».
Per questo è urgente ribadire l’attualità della Parola di Dio, «che risuona nella nostra storia e nella nostra vita, celebrando il passato come una sfida per il presente. Se la Parola di Dio brucia in noi allora è d’obbligo porci una domanda: ‘Signore cosa vuoi che io faccia?’. Madre Santina ha trovato la propria risposta, certamente suggerita dallo Spirito Santo, cogliendo la sfida, nel suo presente storico, nella formazione della persona, nell’incontro con i più piccoli e non solo da punto di vista anagrafico».
Conclude l’arcivescovo Michele Seccia: «sicuramente c’è tanta strada ancora da percorrere, ma se dopo 90 anni ci riuniamo qui è per dire grazie, sentendo forte la pro-vocazione per il futuro».
Il saluto finale affidato a una commossa superiora generale, suor Maria Soamiteza, circondata dall’affetto e dalla collaborazione attiva delle sue figlie: «Grazie è tutto ciò che oggi riesco a dire. Pregate per noi, Discepole del Sacro Cuore, affinché la Venerabile Santina possa salire sugli altari».
E la festa continua, tra abbracci e strette di mano. Le discepole del Sacro Cuore avvolte dal calore della comunità accolgono alla loro mensa i presenti, per vivere insieme tappe importanti, per incontrare l’altro nello spirto missionario che le contraddistingue, per sentirsi tutti fratelli e sorelle nella ‘convivialità delle differenze’.