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Sabato scorso, presso il Monastero di San Giovanni Evangelista, èsi è svolta la celebrazione eucaristica - presieduta da mons. Michele Seccia - nella quale la novizia Rita Calfapietra ha emesso professione temporanea di vita monastica. Una giornata di gioia e commozione per la comunità.

“Davanti a Dio, per l'umanità”. Seccia, con queste parole, ha illustrato il significato della parola clausura. “Se ancora oggi, nel 2018, viviamo questo momento di fede e di donazione è per volontà di Dio”. Durante la cerimonia, infatti, Rita Calfapietra ha chiesto ed ottenuto la grazia di poter seguire il Signore nella comunità di San Giovanni Evangelista, a Lecce, emettendo così professione temporanea di vita monastica. Una occasione di vera gioia che ha coinvolto tutta l'assamblea, giunta numerosa per far sentire la propria vicinanza ed il proprio affetto a Rita.

Una giornata emozionante, dove la commozione tra i presenti non è affatto mancata, scandita altresì da vari momenti durante la messa. Dopo la lettura ad alta voce della scheda di professione temporanea e la successiva firma da parte di Rita, unita a quella del celebrante e della badessa Madre Benedetta Grasso, si sono susseguite le fasi dell'offerta con il taglio di capelli; poi in ordine, l'imposizione dell'abito monastico, della cintura, dello scapolare, del velo. Infine, l'accoglienza della comunità mediante il canto del salmo 97.

“La clausura – ha ribadito mons. Seccia durante l'omelia – non deve essere vista soltanto come un isolamento, anzi. Probabilmente, oggigiorno, alla visione dell'uomo può sembrare incomprensibile. Eppure, abbiamo bisogno di mani che si alzano per la pace, per la misecordia, per la preghiera nei confronti di quei cristiani afflitti dalla persecuzione. Esiste chi vuole ancora vivere questa esperienza, perché il rapporto con Dio è anzitutto esperienza. Nel quotidiano, ringraziare Dio dev'essere la prima vocazione”. “Un amore così radicale – ha concluso l'arcivescovo – che non significa assolutamente reclusione dietro le grate, ma, proprio come Mosè, salire sul monte invocando benedizione e misericordia. Tutto inizia dalla preghiera”.

 

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