Domenica 26 novembre, festa di Cristo Re, la chiesa parrocchiale di San Pio X in Lecce accoglierà una reliquia ex sanguinis del Beato Padre Pino Puglisi, di cui si celebra quest’anno il trentennale del martirio per mano della mafia.
Per l’evento la comunità si onora della presenza del conterraneo card. Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, che nel 1998 ha voluto intraprendere la causa per il riconoscimento del martirio “in odio alla fede” di questo esemplare sacerdote; riconoscimento concesso nel 2012 da Benedetto XVI. Il 25 maggio 2013 lo stesso card. De Giorgi leggeva al Foro Italico di Palermo la lettera con cui il Servo di Dio Giuseppe Puglisi veniva proclamato beato da Papa Francesco.
Il parroco di San Pio X, don Carlo Calvaruso, che ha avuto accolta dall’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, la disponibilità di ricevere tale reliquia, ha più volte annunciato l’importante evento per la comunità, che in questi mesi ha atteso l’esposizione della reliquia come una sorta di Avvento, provvedendo alla realizzazione di una nicchia destinata specificatamente ad accoglierla, rendendola disponibile per la venerazione dei fedeli. un frammento di “pietra viva” che continua a scuotere le coscienze!
La lotta di don Pino Puglisi contro la criminalità organizzata è iniziata nel 1990, quando è stato nominato parroco in un quartiere periferico di Palermo, il Brancaccio, un quartiere povero, in cui spadroneggiava la mafia. Il suo principale obiettivo è stato quello di infondere valori e ideali nei ragazzi del quartiere, nella speranza di salvarli dall’infelice futuro a cui sembravano inesorabilmente destinati.
Le sue omelie sono ricordate per il coraggio con cui lui, pur consapevole delle possibili conseguenze, si rivolgeva ai malavitosi. Questi, sfidati dalla sua mitezza e dal suo semplice sorriso, decisero di “farlo fuori” nel giorno del suo 56° compleanno, il 15 settembre 1993. Sembra che don Pino abbia affrontato anche il momento del martirio con quel suo sorriso. Un sorriso che non si spegne! Un sorriso che, ricordato nella festa di Cristo Re, ha il sapore della vittoria sul male.
Collocata sotto al crocifisso di cartapesta, donato dai fedeli per la dedicazione della chiesa parrocchiale avvenuta nel 1958, la cui posizione originaria è stata ripristinata per l’occasione, la reliquia suggerisce che non c’è amore più grande di chi dà la propria vita per gli altri.
Così diceva Pino Puglisi nelle sue predicazioni: “È difficilissimo morire per un amico, ma morire per dei nemici è ancora più difficile. Cristo è morto per noi quando noi eravamo ancora suoi nemici: Dio è la costanza dell’amore all’estremo limite, anzi senza limiti”. Ed ancora: “Testimoniare Cristo può anche diventare martirio; anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza”. Pino Puglisi è quel chicco di grano morto per produrre frutto; e il suo frutto è visibile innanzi tutto nello stesso Brancaccio dove, oltre al “Centro di accoglienza Padre Nostro”, da lui stesso fondato, esistono oggi un doposcuola e un centro giochi per bambini, una scuola per la terza età, un centro anti-violenza per le donne, e tanti altri servizi.
Con una serie di eventi (GUARDA IL PROGRAMMA SOTTO) organizzati in collaborazione con l’associazione Libera - dalla proiezione del film Alla luce del sole alle conferenze che precederanno e seguiranno la santa messa di domenica - il parroco don Carlo si propone di far conoscere meglio la figura di questo coraggioso testimone del Vangelo, come lo ha definito Giovanni Paolo II, e di continuare a sensibilizzare i fedeli su una piaga purtroppo ancora attuale. Per questo, accogliere la reliquia del Beato Pino Puglisi a San Pio X significa, secondo l’invito dell’allora arcivescovo di Palermo il card. Paolo Romeo nell’omelia pronunciata durante la celebrazione per la proclamazione di don Pino a Beato: “Il martirio di don Puglisi deve essere vissuto con grande responsabilità. Non può essere ridotto a una pietra di museo, ma deve trasformare, interpellare […] tutto il popolo di Dio”.