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Nella mattinata di ieri, domenica che chiude l’anno liturgico festeggiando Cristo Re dell’Universo, la comunità parrocchiale di San Pio X in Lecce ha vissuto con gioia la deposizione di una reliquia ex sanguinis del Beato Padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre di trent’anni fa, giorno del suo 56° compleanno.

 

 

Un “parrino”, come usano dire i siciliani, la cui presenza intralciava i progetti della malavita organizzata; eppure, lui si era limitato a fare semplicemente il “prete”, un prete con i pantaloni (“u parrinu chi cavusi”), che aveva a cuore il futuro dei ragazzi e di quel quartiere, il Brancaccio, dove lui stesso era nato. Per questo motivo il suo martirio è stato riconosciuto dalla Chiesa “in odio alla fede”.

E a prendere a cuore la causa di beatificazione di don Pino Puglisi è stato l’arcivescovo emerito di Palermo, il card. Salvatore De Giorgi, giunto ieri a San Pio X per celebrare, insieme al vescovo Cristoforo Palmieri e al parroco don Carlo Calvaruso, la santa messa che ha preceduto l’esposizione della reliquia. Mons. Giancarlo Polito, cerimoniere arcivescovile ha guidato la liturgia

Il cardinale si è rivolto ai fedeli confidando quanto questa reliquia lo riporti agli anni indimenticabili del suo ministero a Palermo e, citando Papa Francesco, di quanto Padre Puglisi manifesti l’immagine di Cristo Pastore. Nella sua omelia ha evidenziato, infatti, come il salmo della liturgia del giorno, il cui ritornello recita: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”, fosse molto caro sia a Gesù, che si autodefinisce “il Buon Pastore”, sia a Pino Puglisi, che ha dimostrato di “non temere alcun male nel ritrovarsi in una valle oscura”. Il suo coraggio e la sua determinazione a fare la volontà del Signore l’hanno portato ad obbedire, accettando - ha aggiunto il card. De Giorgi - “esperienze diversificate, ma tutte utili a renderlo più uomo e più sacerdote”. Il suo servizio in “parrocchie difficili, dove altri sacerdoti avevano detto di non volerci andare”, è stato sempre contrassegnato dal sorriso, “un sorriso - ha sottolineato il cardinale - che manifestava la serenità del cuore, la pace dell’anima e la gioia soprattutto del donarsi. […] Andava famiglia per famiglia, per unificare nella comunità parrocchiale tutte queste cellule della vita sociale”.

E don Puglisi riesce ancora oggi a unire la comunità dei fedeli, che dal suo esempio, attinge indubbiamente forza e coraggio davanti a ogni sorta di difficoltà.

Se le pallottole dei suoi uccisori hanno trafitto il corpo di don Pino, quel suo sorriso e quel “Me l’aspettavo!” pronunciato al momento del martirio, hanno trafitto la loro anima, portandola al pentimento.

Il parroco don Carlo, che aveva richiesto la reliquia all’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, ha visto così coronato un suo “sogno”, come lui stesso l’ha definito nel suo primo annuncio ai fedeli; un sogno diventato presto di tutta la comunità di San Pio X che, in un crescendo di entusiasmo, si è prodigata per accogliere la reliquia e organizzare la relativa celebrazione.

Deposta nella teca dalle mani del diacono Mario Renna, la reliquia ora è lì per la venerazione di tutti i fedeli. In una mattinata piovosa, non è mancato un raggio di sole a splendere su di essa!

 

Photogallery di Monica Panzera e Rosaria Dell'Abate

 

 

 

 

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