Ritorna come ogni anno nella chiesa di Sant’Anna a Lecce, in via dei Libertini, la pratica devozionale delle Quarantore, animata dai sacerdoti dell’Istituto di Cristo re Sommo Sacerdote.
A partire da oggi 11 febbraio e fino a martedì 13 febbraio sarà esposto solennemente e in modo continuativo il Santissimo Sacramento per quaranta ore consecutive, un momento di grande intimità con il Signore caratterizzato da silenzio, adorazione e preghiera.
Questa pratica ricorda la permanenza di Gesù nel sepolcro per quaranta ore prima della sua risurrezione ed il suo inizio si riferisce probabilmente alla Compagnia di San Benedetto Bianco a Firenze, nel 1385. Mentre nel XIV secolo questa adorazione eucaristica si praticava negli ultimi giorni della Settimana Santa, ben presto le Quarantore si organizzarono in altri tempi liturgici a partire dal 1537 nel duomo di Milano per volere di Sant’Antonio Maria Zaccaria dei Padri Barnabiti.
Nel clima del Concilio di Trento si ascrive ai Gesuiti il merito della diffusione capillare di questa pratica negli ultimi tre giorni di carnevale per distogliere i fedeli dagli eccessi della mondanità e Papa Paolo III approvò questa devozione con breve apostolico del 28 agosto 1537. L’esposizione del Santissimo divenne occasione anche per imponenti scenografie, le macchine teatrali, che contenevano riccamente la sacra particola e tra gli artisti che si sono cimentati in queste solenni architetture effimere si annoverano i nomi di grandi artisti come Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini e Carlo Rainaldi. Da quel momento furono organizzate solenni adorazioni come a Bologna nel 1546 dal card. Gabriele Paleotti, arcivescovo della città e poi via via in molte altre diocesi.