Culto dell'amicizia ed episodi di vita vissuta. Chiara Boni si racconta nel suo libro autobiografico "Io che nasco immaginaria" (Baldoni Castoldi. I Fenicotteri). Amore, lavoro e sogni sono stati al centro della conversazione tra l'autrice e il rettore dell'Università del Salento, prof. Fabio Pollice.
"Immaginaria e immaginifica, capace cioè di pensare, volere, creare. Una donna fuori da ogni schema, libera e profonda, in grado di mettere ciascuno a proprio agio", così il rettore Pollice ha presentato l'autrice al pubblico presente nella sala conferenze di Palazzo Scarciglia a Lecce.
Una serata di riflessione sull'influenza dell'arte, del cinema e della musica nella vita di Chiara Boni, rinomata stilista italiana, nota in tutto il mondo, insignita delle più alte onorificenze della Repubblica Italiana, creatrice del marchio Le Petit Robe.
La sua carriera inizia nel 1971, quando apre la sua prima boutique a Firenze, in cui propone capi da lei disegnati e realizzati. Il brand si fa notare subito e viene acquisito da GFT (Financial Textile Group), gruppo finanziario che controlla grandi marchi della mod), mentre Chiara continua ad approfondire il suo rapporto con la moda e con le caratteristiche dei tessuti, soprattutto stretch.
La sua conoscenza di quest’ultimo materiale è talmente vasta da valerle la consulenza presso aziende svizzere che vogliono inserirlo nel loro portafoglio tessuti. La stilista decide di riacquisire il suo marchio e di continuare da sola la sua carriera nella moda, con la creazione di linee sue, che vengono presentate regolarmente anche durante le sfilate di New York, due volte l’anno.
Chiara Boni considera da sempre la moda come una libera espressione d'arte, da vivere senza costrizioni ma solo con tanta libertà.
La sua autobiografia, scritta con Daniela Fedi, si snoda parallela al racconto di un'Italia che cresce e che cambia nelle vicissitudini politiche, negli scontri generazionali, nella trasformazione dei costumi. L'evento è stato introdotto dal saluto dell'avv. Annarita Ingrosso Leo, promotrice dell'incontro, e dal saluto del vicepresidente di Artwork, Dario Babbo, che ha sottolineato l'importanza dell'amicizia e il valore delle connessioni tra generazioni. (G.C.)