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Occasione importante quella che ha riunito tutta la comunità di Santa Rosa intorno al suo primo parroco e pastore, oggi cardinale, Salvatore De Giorgi.  Fu infatti nel 1958, 60 anni fa, che la storica parrocchia fu eretta nelle periferie della città ereditando il titolo di Santa Maria delle Grazie dall’antica chiesa che sorge in piazza Sant’Oronzo.

Il primo parroco dell’allora nascente comunità di circa seimila anime fu don Salvatore De Giorgi. Qui vi rimase fino al 1974 quando fu poi nominato vescovo di Oria. Oggi Santa Rosa è la parrocchia più grande della città e dell’intera arcidiocesi. Attualmente guidata da don Damiano Madaro.

Sabato scorso la comunità parrocchiale ha celebrato questo importante anniversario riunendosi in preghiera insieme al cardinale De Giorgi che per l’occasione non ha mancato di farsi sentire vicino alla sua prima comunità che, come ha spesso ribadito, porta nel cuore e nella preghiera. Un bel segno, ha affermato Don Damiano all’inizio della celebrazione eucaristica, trovare intorno all’altare il primo e l’ultimo parroco della comunità insieme, come uniti da una forte linea di comunione che ricorda la lunga storia non solo di una parrocchia ma di tutto un quartiere.

Di fatti Don Damiano è solo il quarto parroco di una successione non di poco conto: dopo don Salvatore fu la volta di don Vito De Grisantis, che guidò la parrocchia per ben venticinque anni prima di essere anche egli nominato vescovo per la diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.

Nel 2000 fu la volta di mons. Antonio Montinaro, trasferito tre anni fa alla parrocchia di Santa Lucia a Lecce. Durante la celebrazione, tutt’altro che formale, ma intensamente comunitaria, non sono mancati momenti di emozione e di ricordo soprattutto da parte del cardinale che durante l’omelia ha ricordato come, sessant’anni fa, intorno alla chiesa in costruzione vi era tutto un quartiere che stava per nascere dalle campagne. “Non c’era nulla -  ha affermato De Giorgi - e dal nulla è nata una storia magnifica”. Una storia che più volte ha donato alla Chiesa di Lecce giovani vocazioni, personalità laiche importanti ma soprattutto la preghiera di una comunità numerosa e sempre attiva e presente nel territorio con numerose attività come la mensa dei poveri, l’Azione cattolica, lo scoutismo, i gruppi di preghiera, ma soprattutto la dedizione a tutto un quartiere di periferia oggi bisognoso di risorse, di attenzioni e di prospettive.

 

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