Tornano le Giornate Fai d’autunno a cura della delegazione di Lecce con qualche novità rispetto al passato.
Accanto ai monumenti più direttamente gestiti dal Fai, come la Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, grazie agli apprendisti ciceroni del Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce e del Dipartimento di Beni culturali dell’Università del Salento e l’Abbazia di Santa Maria Cerrate dove faranno gli onori di casa gli studenti dell’Iistituto “Ferraris De Marco Valzani” di Brindisi.
La conferenza stampa di presentazione del programma della manifestazione ha visto protagonisti i giovanissimi studenti della scuola primaria “L. Tempesta” di Lecce che, ricordando la tradizione leccese che vedeva i fedeli in pellegrinaggio verso “la capu te Santu Ronzu”, saranno anche i protagonisti e accompagnatori dei visitatori che dalla città sosteranno nelle nove cappelle che cadenzano il percorso fino al luogo del martirio del Santo leccese. Presso il Santuario oronziano gli studenti del “Tempesta” canteranno vecchi inni al Santo che avendo protetto la città dal terribile terremoto il 20 febbraio 1743 ne divenne patrono.
Gli studenti della Facoltà di Lingue dell’Ateneo leccese e del Liceo Classico “Palmieri” di Lecce, invece, presenteranno il Museo ebraico allestito nei pressi della basilica di Santa Croce, dove un tempo sorgeva il quartiere ebraico, abbandonato in seguito alla loro cacciata dalla Spagna e dalle loro terre di pertinenza alla fine del ‘400.
Adriana Bozzi Colonna, responsabile della delegazione Fai di Lecce, ha indicato, oltre al programma di oggi e domani, le prospettive del Fai leccese che vuole continuare ad essere centro vivo e pulsante del territorio mettendo sotto gli occhi dei più le bellezze spesso dimenticate, oltre che aprirsi alle comunità straniere che vivono nel Salento per portarle ad essere, attraverso percorsi di formazione, punti di riferimento per la promozione culturale e paesaggistica presso i propri connazionali.
Il sindaco Carlo Salvemini ha incoraggiato e lodato il rapporto di collaborazione tra ente locale, scuole e associazioni attive sul territorio affinché si riesca a programmare e concretizzare un piano unitario di azioni in modo da creare un pacchetto unico degli eventi di promozione del territorio.
Mons . Michele Seccia infine, ha sottolineato la necessità di riportare nella giusta dimensione la tradizioni popolari e religiose che il tempo ha confuso o dimenticato. Per vari motivi, culturali o religiosi, molto ultimamente è venuto fuori, come fuoco sotto la cenere bisogna darsi una mossa. L’esperienza fatta con il Progetto LeccEcclesiae non solo ha permesso di offrire i beni religiosi agli ospiti della città fino a tarda sera, ma sta dando lavoro ad oltre trenta giovani.