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Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione don Tonino Bello, firmando la prefazione alla pubblicazione “Angeli con un’ala soltanto” (San Paolo edizioni), racconta ancora una volta la sua testimonianza e il suo incontro con don Tonino Bello.

 

 

Il volume raccoglie alcune delle più belle pagine del Venerabile di Alessano sui temi della difesa della vita. Emerge tra le righe quanto le sue parole fossero già molti anni fa delle “vere e proprie lucide profezie per l’oggi confuso in cui viviamo”. Il libro è anche arricchito da un contributo esclusivo e inedito, di straordinario valore spirituale: un documento audio, scaricabile tramite un QRCode, in cui è possibile ascoltare la sua preghiera più famosa, “Dammi, Signore, un’ala di riserva” che apre il libro, recitata dalla voce di don Tonino stesso. 

La grandezza di una persona si misura spesso dall'impronta indelebile che lascia nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerla, ma anche nelle generazioni che, pur non avendola incontrata direttamente, hanno saputo cogliere e far propria la sua testimonianza. Un’eredità che va oltre il tempo, un messaggio che continua a vivere e ad ispirare, rivelando la profondità di una vita vissuta con autenticità e passione.

La stima che lega Giancarlo Piccinni al suo maestro si fonda sulla profondità e attualità del pensiero di quest’ultimo. Il messaggio di don Tonino, infatti, non si limita a guardare al passato, ma offre un insegnamento che rimane incredibilmente rilevante anche nel presente, un'epoca segnata da conflitti, povertà, esclusione sociale e crescente indifferenza verso le sofferenze altrui. Un pensiero che ci invita a non rimanere ancorati alle certezze del passato, ma a “allenarci al cambio”, ad essere pronti ad accogliere le novità senza perdere di vista i valori fondamentali che sostengono la nostra umanità e ci orientano verso un cammino di dignità e speranza.

Nel 1985, in occasione della Giornata per la vita, don Tonino Bello scrisse una delle pagine più potenti del suo messaggio profetico: “Dammi, Signore, un’ala di riserva”. In queste parole, chiedeva perdono per ogni offesa alla vita, in particolare per le "vite uccise prima che nascessero", simbolo dei sogni e dei viaggi mai realizzati. Con un’intensità che tocca il cuore esprimeva la sua sofferenza per l’aborto, definendolo "un oltraggio grave alla tua fantasia" e "un crimine contro il tuo genio". Ma non si fermava qui: la sua denuncia si estendeva parlando di tutte le forme di rifiuto e negazione dei diritti fondamentali: dalla casa al lavoro, dall'istruzione ai diritti umani. 

La riflessione finale è un invito a rileggere i pensieri di don Tonino, perché per raccontarlo davvero non bastano uno storico o un filosofo; ci vorrebbe un pontefice, Francesco, un uomo profondamente animato dalla pace e testimone di speranza. Solo seguendo questa scia, con lo stesso spirito di accoglienza e impegno, possiamo immergerci nei pensieri di don Tonino e perderci nelle sue parole. Ed è proprio così, perdendoci in esse, che abbiamo la possibilità di ritrovarci.

 

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