È ormai secolare tradizione celebrare in Quaresima, con "patos" e riti penitenziali diversi, tra le altre pratiche di pietà rievocanti la passione e porte del Signore, il pio esercizio della Via crucis.
“Che le piaghe del Signore - come in un canto penitenziale ci si rivolge alla Vergine - siano impresse nei nostri cuori”, è certamente giusto e doveroso chiederlo con incessante preghiera.
Senza vivere in noi quello che manca alla passione di Cristo è infatti difficile avere in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù.
Ma è altrettanto impegnativo e salutare, oltre che coinvolgente, ricordare che "Cristo sarà in agonia fino alla fine dei tempi" per cui in Quaresima è bene anche coniugare la passione del Signore con i tanti "cristi" che la società di ogni tempo affigge al "maledetto legno" delle tante povertà di cui soffrono i tanti poveri che, a detta dello stesso Maestro, avremo sempre con noi.
Non solo, ma poiché come Gesù sulla via del Calvario incontrò un Cireneo, le pie donne, la Veronica, la stessa sua madre che, sia pure con umili gesti o solo amoroso sguardo, ne alleviarono in qualche modo, le sue atroci sofferenze, sarebbe giusto e doveroso anche che a questi generosi volontari si aggiungesse il ricordo dei tanti altri che, nel tempo, e nel nostro in particolare, si prodigano per alleviare le pene di quanti sono i "crocifissi" che aspettano di esservi "schiodati" e per essi pure si elevasse una riconoscente preghiera.
Animati da questi sentimenti la comunità cristiana di Santa Maria dell'Idria in Lecce dedica una Via crucis a quanti oggi "volontari" o come qualcuno ha pensato chiamare "schiodanti" perché non vengano meno nel loro servizio di volontariato, e perché altri ancora si dedichino ad un tale " sacramento di pietà".
La celebrazione, sulle tracce delle meditazioni di don Antonio Ruccia nel suo opuscolo "Scegliere per rinnovarsi", sarà guidata dal vescovo Cristoforo Palmieri, stasera alle 19,30 e verrà trasmessa dopo la messa presieduta da don Antonio Montinaro, su Portalecce e Telerama.
