Un altro espresso e forte desiderio dell'arcivescovo si è realizzato. Con una celebrazione eucaristica ha infatti riaperto, il 25 agosto scorso, il Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, luogo che la tradizione lega al martirio del primo santo vescovo della città e che i leccesi hanno da sempre denominato nella cultura popolare “Santu Ronzu te fore” o ancora “La Capu te Santu Ronzu”.
Qui, infatti, si ritiene che il Santo Patrono di Lecce abbia subito la decapitazione da parte dei soldati romani all’epoca delle persecuzioni Neroniane ed è per tal motivo che l’Arcivescovo ha voluto trovare un momento, durante le giornate di festa, una liturgia in onore del martirio del primo vescovo di Lecce. E lo ha fatto in una chiesa che era chiusa da anni e che oggi, agli occhi dei pellegrini, appare con l'abito della festa dopo gli interventi di restauro voluti dall'Arcivescovo D'Ambrosio e conclusi - almeno per l'aula liturgica - nelle scorse settimane.
È stata una celebrazione sentita e partecipata da non pochi fedeli, ma anche da tanti devoti curiosi che dopo la messa hanno visitato il luogo sacro. L’Arcivescovo si è dimostrato sin da subito soddisfatto e commosso della sentita partecipazione per quella che è stata senz’altro una novità del triduo delle festività dei santi patroni.
"È il luogo - ha detto l'arcivescovo nell'omelia - dove secondo la tradizione affondano le radici della nostra città e della nostra Chiesa. Qui dobbiamo tornare per scoprire e accogliere la nostra vera identità di Leccesi".
"Il cristiano - ha aggiunto - su imitazione di Sant’Oronzo deve riscoprire il significato del martirio che non deve rimandarci a un qualcosa di antico e passato, ma deve essere collegato al nostro presente".
"Essere coerenti alla scelta di fede - ha concluso Seccia - rimane oggi una sfida di testimonianza, di fermezza e di coraggio nella società, nella famiglia e nel lavoro. Sant’Oronzo ha dato prova di questa coerenza di fede fino a sacrificare la propria vita.
Ora il Santuario è ufficialmente riaperto al culto. Nel 2012 ha compiuto cento anni dalla sua erezione avvenuta per volere del vescovo Gennaro Trama sui ruderi di una vecchia struttura del ‘600. Un primo restauro fu realizzato nel 1968 dal vescovo Francesco Minerva e oggi, dopo altri interventi, è stata restituito ai fedeli leccesi e alla speranza di un mantenimento vivo della tradizione.