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Si è aperto ieri, mercoledì 24 marzo con la celebrazione eucaristica vespertina nei primi vespri dell’Annunciazione del Signore, il triduo in onore di San Lazzaro che l’omonima comunità parrocchiale di Lecce vive ogni anno per la festa del suo patrono, il sabato che precede la Domenica delle Palme (il 27 marzo ndr).

 

 

 

Dal tono ridotto a causa della pandemia, ma non meno efficace, la solennità non sarà preceduta dalla processione con il simulacro del santo che si vive il giorno della vigilia per le vie del quartiere né vedrà svolgersi la tradizionale “fiera te le scercule” che accoglie, tra gli altri, numerosi devoti del santo anche dai paesi limitrofi ma avrà i tratti spiccatamente meditativi.

Così il parroco mons. Pierino Liquori nel messaggio rivolto alla intera parrocchia: “viviamo questo tempo difficile a causa della violenza della pandemia, nella sofferenza, ma siamo sicuri che il Signore non delude. La sofferenza e la paura non distolgono i cristiani dalla preghiera di implorazione, di intercessione per l’umanità sofferente e di lode per il dono della fede che ci fa sentire amati, come anche della speranza che ci fa guardare il domani con fiducia e della carità che ci spinge ad andare oltre a favore dell’intera umanità piagata nel corpo e nello spirito. Imploriamo per tutti l’intercessione di San Lazzaro per la salute del corpo e dello spirito, guidati dalla certezza che il Signore non ci abbandona perché è sempre attento ai nostri bisogni”. 

Nelle varie celebrazioni i sacerdoti della comunità - lo stesso mons. Liquori e il vicario parrocchiale don Federico Andriani - focalizzeranno la propria riflessione  su Betania intesa come il luogo dell’amicizia, della contemplazione e della vita; non mancherà tuttavia l’attenzione ai tre poli che consentono al cristiano di accrescere, proprio come San Lazzaro, il proprio legame di familiare amicizia con Gesù e che sono costituiti dall’ascolto orante e meditato della Parola, dall’adorazione e dalla contemplazione del Pane della Vita e dall’amorosa attenzione al povero.

Il santo di Betania possa donare ad ogni cristiano che a lui guarda come modello la gioia di vivere unito a Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.

 

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