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Un pranzo a sorpresa, quello organizzato ieri dal parroco di Merine, don Luca Nestola presso il Centro di spiritualità che accoglie da alcune settimane donne e bambini scappati dalla guerra, alla presenza dell’arcivescovo Michele Seccia, accompagnato dal direttore della Caritas diocesana, don Nicola Macculi.

 

 

 

Una tavolata allegra e variegata, fatta di mamme, nonne e bambini. La guerra è parsa lontana. La condivisione e il miracolo della solidarietà sembra abbiano prevalso sugli orrori che i profughi hanno momentaneamente lasciato alle loro spalle, insieme agli uomini rimasti lì a combattere. Un pranzo multiculturale, con un primo italiano e un secondo ucraino. “Si sono alzate presto le mamme e le nonne per prepararlo!” ha detto don Luca e noi abbiamo apprezzato il buon sapore della convivialità delle differenze.

Un Mercoledì Santo davvero diverso dal solito! Dopo un incontro nel salone del Centro di spiritualità “Cuore immacolato di Maria”, durante il quale l’arcivescovo e le famiglie profughe si sono scambiati saluti e reciproci messaggi di fraternità e gratitudine, con l’aiuto del traduttore web, don Luca ha voluto al suo fianco le istituzioni intorno alla stessa mensa, la scuola, dove già tre bambini sono stati accolti e altri lo saranno e il comune che sta garantendo i servizi necessari, per fare comunità. D’altro canto la struttura ricettiva che accoglie già oggi oltre quindici persone e ne potrà accogliere diverse altre nei prossimi giorni, è stata rimessa a nuovo in pochissimo tempo proprio dalla comunità, sia attraverso raccolte fondi, di viveri e oggetti di uso comune di ogni genere, ma anche attraverso il lavoro fisico e competente di tante famiglie.

 

 

 

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