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Alla fine si è trattato di un semplice arrivederci. Le reliquie di Sant’Antonio da Padova hanno sì lasciato Tricase ma torneranno presto nel Salento e stavolta nell’arcidiocesi di Lecce.

 

Ad attenderle è infatti un’altra cittadina in cui splende il culto per il grande taumaturgo portoghese, Monteroni. Ne abbiamo parlato con il nuovo arciprete, don Giuseppe Spedicato, ormai pronto ad ufficializzare questo bellissimo evento previsto dal 3 al 7 agosto.

Don Giuseppe, com’è nato questo progetto?

In verità, l’idea di portare per qualche tempo a Monteroni le insigni reliquie antoniane era un desiderio che i membri del comitato festa patronale, facendosi interpreti delle aspettative dei devoti e dell’intero paese, coltivavano da anni. Tuttavia, molteplici difficoltà avevano impedito la concretizzazione dell’evento. Sant’Antonio è in assoluto uno dei santi più conosciuti, viene venerato per tutti i cinque continenti, le richieste di avere quelle reliquie sono moltissime e giungono ai frati di Padova da ogni parte del mondo. Effettivamente, il progetto non era semplice da realizzare. A gennaio però, mettendomi in contatto con i religiosi che curano la peregrinatio antoniana, ho capito che la possibilità di avere a Monteroni le reliquie durante l’estate si faceva concreta. Ho condiviso il tutto con l’arcivescovo Michele Seccia, il quale ha benedetto con entusiasmo la nostra iniziativa. Oggi posso dunque annunciare che il santo verrà davvero a farci visita in occasione della festa del suo patrocinio sulla nostra cittadina.

Come si può illustrare il legame tra i monteronesi e Sant’Antonio?

Una delle caratteristiche più belle dei santi patroni è la loro incredibile capacità di radicarsi nell’anima più intima dei territori e delle comunità poste sotto la loro benefica tutela. Certo, Sant’Antonio è portoghese e padovano ma, in senso spirituale, è anche monteronese. I nostri antenati hanno avvertito la sua protezione. Per secoli qui le coppie di sposi si sono giurate amore eterno ai piedi della sua amata immagine, i bambini venivano alla luce sotto il suo sguardo e i moribondi si spegnevano invocando la sua intercessione, certi di ritrovare il suo volto dopo il passaggio della morte. I monteronesi sono di Sant’Antonio. E Sant’Antonio è lieto di essere dei monteronesi.

Qual è dunque il significato più autentico del passaggio in paese delle reliquie antoniane?

Nell’ottica di cui si parlava, l’arrivo delle sacre reliquie non significa fare dell’inutile folklore o della superficiale spettacolarizzazione di cui proprio non si ha bisogno. È invece un ritornare alle radici più profonde della fede del nostro paese. A Monteroni, Sant’Antonio è sempre stato una presenza efficace ma, in quei giorni d’agosto, attraverso le sue reliquie, sarà come vederlo camminare con i suoi poveri sandali per le nostre strade, per benedire il nostro popolo ed ascoltare le preghiere di ciascuno. A tutti parlerà della bellezza del Figlio di Dio, del Nostro Signore, che lui porta sempre con sé. A tutti parlerà della bellezza del Vangelo e della carità. Preghiamo allora perché il cielo possa renderci dei figli sempre più autentici di questo grande santo. 

                                                                                                                 

 

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