La comunità della matrice di Novoli ha vissuto una preparazione per la festa di Sant’Andrea in un tono sobrio ed essenziale puntando sulla preghiera al santo titolare della chiesa parrocchiale.
Il 30 novembre festa di Sant’Andrea Apostolo è da sempre occasione per stringersi insieme come comunità attorno all’unica mensa per rinsaldare i vincoli di unità con la Chiesa locale e universale.
Anche quest’anno, nonostante le difficoltà che la pandemia sta generando anche a Novoli, mons. Seccia accolto dai sacerdoti novolesi, dall’arciprete don Stefano Spedicato, dal parroco emerito mons. Cosimo Vetrugno, da don Luigi Lezzi e da don Carmelo Simmini ha voluto essere presente per dare speranza che genera forza alla comunità tutta. Speranza che è forza e che viene da Dio. Lo ha voluto fare alla presenza, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale tra cui il sindaco Marco De Luca, Sabrina Spedicato, assessore alla cultura, Andrea De Luca, consigliere comunale, del corpo di polizia locale e della protezione civile e del popolo santo di Dio.
Una celebrazione che ha lasciato nei cuori di bambini, giovani, adulti, autorità civili e religiose, la parola speranza come "Voce di uno che grida nel deserto", facendo nascere nei cuori quella fiducia viva, nata dall'incontro con il Signore.
Così l'arcivescovo ha esortato hai presenti: «Andrea è stato il discepolo che lasciatosi guidare dall’invito di Giovanni il Battista: “Ecco l’Agnello di Dio” è diventato discepolo e apostolo di Gesù. A sua volta, da subito, si è fatto missionario svelando al fratello Cefa: “ho incontrato il Signore!”».
Se il nostro spirito missionario caritativo si manifesta verso gli altri potremmo dire alla fine di aver vissuto una pagina di vangelo.
Seccia ha poi esortato la comunità novolese a riconoscere il tratto missionario che le è proprio in forza dell’apostolo che, come Gesù, ha dato la sua vita per il Vangelo spargendo il suo sangue sulla croce…reclinata differentemente rispetto a quella del suo Maestro.
Parole di gratitudine, quelle dell’arcivescovo, per il tanto che la comunità sta facendo in questi mesi per i più bisognosi in maniera sempre silenziosa. Parole di sprone che invitano alla speranza per tutto quello che è ancora da affrontare.
La celebrazione si è conclusa ai piedi del simulacro della Vergine Immacolata pregando con lei ed insieme a lei per questo tempo pandemico che stiamo vivendo.