Celebrare ogni anno l’anniversario di dedicazione della chiesa parrocchiale è un evento che invita a ringraziare il Signore per le meraviglie che ha operato tra noi.
È un giorno di festa, una gioiosa manifestazione di luce e di speranza dove, usando l’espressione di Sant’Agostino, «l’Architetto divino edifica incessantemente fra noi la città permanente».
Con questi sentimenti di gioia e di gratitudine, la parrocchia dei Santi Angeli Custodi si è riunita ieri13 ottobre per celebrare il 63° anniversario di Dedicazione della chiesa parrocchiale. Una Liturgia semplice, sobria, ma pregnante di preghiera ed emotività spirituale scaturita dal cuore dai fedeli, sia per l’evento giubilare, sia per il delicato e incerto tempo storico che si sta vivendo.
Don Vincenzo Martella, nel suo pensiero omiletico ha incoraggiato la comunità a vivere in simbiosi con la solidità della Chiesa formata di pietre, testimoni del tempo e della storia per essere la comunità vivente che canta le meraviglie del Signore. Ogni fedele è chiamato, in virtù della propria vocazione, a pronunciare il proprio «Eccomi!», così come fece Zaccheo che era alla ricerca dell’incontro con Cristo assente nel “tempio del suo corpo”, a causa della propria condizione di bassezza fisica ma anche morale. La Comunità parrocchiale rende visibile la presenza di Cristo e vive la comunione ecclesiale non come frutto di progetti e sforzi soltanto umani, ma come dono ineffabile del suo amore. È indispensabile camminare insieme, senza isolarsi nelle proprie convinzioni ed egoismi, con spirito di fraternità e carità per edificare la «Chiesa viva, beata, sublime» (Cfr Preghiera di Consacrazione della Chiesa).
Durante la celebrazione, Don Vincenzo ha inoltre presentato i due temi teologici-pastorali oggetto della traccia parrocchiale del prossimo anno: “la benedizione dei germogli ed il giubileo spirituale”. Il tempo di incertezza e di preoccupazione che in questo periodo la società civile e religiosa sta vivendo rientra nella dimensione vocazionale del seminatore che prepara il terreno del vivere quotidiano nel quale implementare il frutto della speranza nel cuore di ciascuno di noi. Nella caducità di questi giorni Dio benedice i nostri impauriti e fragili germogli; come il contadino premuroso ci affidiamo alla potenza del seme, senza arrogare a noi e alla nostra presunzione ogni buon risultato sperato, sempre fiduciosi nella potenza della Parola che solo la grazia di Dio farà germogliare nella nostra comunità e nel nostro Paese.
Dopo la Santa Messa, si è vissuto un piccolo momento di adorazione davanti a Gesù Eucarestia, dove si è pregato intensamente aiutati da alcuni passi della nuova enciclica del Santo Padre “Fratelli tutti”. Una breve ma intensa preghiera di grazia che ha aperto le porte al “giubileo spirituale” caratterizzato dalle lampade della speranza e della fraternità che arderanno ogni giorno durante quest’anno, come «la lampada perenne, l’Agnello, chiara a tutti per il suo fulgore» (Cfr Preghiera di consacrazione della chiesa).
Come viandanti, muoviamo i nostri passi «malgrado queste dense ombre, che non vanno ignorate, perché Dio continua a seminare nell’umanità semi di bene. Invito alla speranza, che è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa. Camminiamo nella speranza». (Papa Francesco, Lettera enciclica Fratelli tutti n.54.55)