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Nell’anno del centenario dalla fondazione dell’Azione cattolica di Torchiarolo, è stato intrapreso un percorso durato un mese intero, per non limitare la pace ad uno slogan, ma a tutta la comunità cittadina, chiamata a vivere quotidianamente prassi di integrazione sempre nuove e sfidanti.

 

 

 

Proprio come il motto suggerito dall’Ac nazionale suggerisce: “Allenati alla pace”, sia uno sprone alle buone pratiche, più che  un punto di arrivo.

I piccoli della prima fascia hanno potuto fare esperienza dell’adrenalina nell’arrivare primo, per poi scoprire che il mondo è retto dalle mani di tutti e tutti possono sentirsi vittoriosi della medaglia di operatore di pace, ma solo se si riesce a condividerla con altri.

I ragazzi della seconda fascia, hanno sperimentato il sapore scialbo delle cose, che acquista vitalità e si riempie di gioia piena solo se diventiamo sale e luce, così, nella domenica della vita, hanno invitato farsi dono per il fratello in modo saporito e luminoso per poter diffondere la fratellanza.

I giovani e i giovanissimi hanno organizzato un “Torneo della pace”, coinvolgendo i ragazzi migranti ospiti del centro presente nel paese, con i giovani delle parrocchie della chiesa madre di San Pietro Vernotico e Maria Regina di Squinzano. Un vero torneo “internazionale”, in cui hanno trionfato gioia e divertimento, per concludere tutto con la merenda della pace offerta dagli adulti.

L’incontro chiave del mese si è svolto venerdì 10 febbraio presso l’Oratorio Giovanni Paolo II. “Fatti di pace (e di voce)” ha raccontato esperienze attive e passive di costruttori di pace, con alcuni ospiti che hanno riflettuto su alcuni passi della Fratelli tutti di Papa Francesco, vero filo conduttore di tutte le esperienze vissute e costruite in questo mese.

Intorno alla stessa tavola erano seduti i giovani di Arnesano, che hanno prestato volontariato al Sermig di Torino (l’Arsenale della pace), Padre Angelo de Padova, missionario in Albania e ora cappellano del carcere di Borgo San Nicola a Lecce con Zio Lay, migrante africano, in terra leccese da 30 anni, impegnato nella mediazione culturale per i “suoi figli”, come a lui piace definirli. Un incontro ricco di racconti personali e di provocazioni forti, mediato dalla voce di Maria Consiglia Tarantini e dalle voci del coro Siyahamba.

 

 

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Con la necessità di compiere gesti concreti, per rendere testimonianza visibile oltre che spirituale, l’Ac parrocchiale ha, con l’occasione, potuto donare alla comunità due Panchine della pace. La realizzazione è stata possibile solo grazie alla generosità de “L’impiantistica” di Piero Golia e al contributo del comune di Torchiarolo. Come durante la serata ha potuto dire l’assessore Miccoli “è importante pensare alla cultura del recupero come un processo di pace”. Le panchine, infatti, sono state restaurate da Gianluca Micello e Nataliya Slabchenko, una ospite ucraina della comunità parrocchiale, arrivata in aprile dello scorso anno, in fuga dalla guerra.

Sentirsi Fratelli tutti è una sfida imperante nella società, parte dal piccolo delle realtà familiari, ma non può prescindere dallo sguardo verso le realtà che ci circondano, anche a respiro mondiale. Citando la canzone che ha accompagnato il cammino “se ci si aiuterà nelle difficoltà, se c’è fraternità e solidarietà, qualcosa forse cambierà” (Fratelli tutti, se vuoi. Piccolo Coro Mariele Ventre).

Con questo sforzo nel cuore, pieni di buone intenzioni, arriva domani alle 19,30 l’ultimo appuntamento di questo periodo: #adoroillunedì per la pace. Un breve, ma intenso momento di adorazione eucaristica all’interno della pratica delle Quarantore che iniziano oggi al termine della messa domenicale delle 10,30. Molti sono i nastri di partenza, i percorsi, ma uno solo il traguardo: Gesù.

 

 

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