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Il clero diocesano e religioso si è riunito ieri, 29 novembre, presso l’aula magna del Centro diocesano di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II” per vivere un momento assembleare.

 

 

 

 

Dopo la recita dell’ora media presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia ha preso la parola il vicario generale, l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta il quale ha voluto richiamare i due temi all’ordine del giorno: trovare una collocazione unitaria alla curia arcivescovile ed eleggere il nuovo consiglio presbiterale.

Una frammentazione dell’organigramma curiale non è funzionale all’attività della stessa né alla sua finalità, eminentemente, pastorale. Riprendendo, infatti, la prassi canonica mons. Panzetta ha desiderato ribadire che gli uffici della Curia sono chiamati a lavorare a servizio della comunità.

Così il coadiutore: “di comune accordo con il nostro arcivescovo e con il consiglio episcopale è doveroso interrogarci sulla fruibilità che la nostra curia ha oggi; essa non è solo ed esclusivamente a beneficio dei sacerdoti ma anche dell’intero popolo di Dio. È, dunque, fondamentale creare spazi e condizioni perché il laicato tutto non solo raggiunga facilmente questa nostra istituzione ma abbia un ruolo ben definito anche nell’espletamento di alcune mansioni curiali”.

Tale progetto affonda le sue radici all’interno di un cammino sinodale che la Chiesa italiana sta vivendo e che nella recente assemblea tenutasi a Roma presso la basilica di San Paolo Fuori le Mura dal 15 al 17 novembre scorsi (LEGGI) ha voluto portare tale stile anche nella vita e nelle strutture delle singole Chiese particolari.

Ancora Panzetta: “Il modello di Chiesa che, come realtà diocesana, siamo chiamati a sposare non è più quello verticale con le decisioni calate dall’alto bensì uno stile sinodale nel quale tutti possano avvertire la bellezza della corresponsabilità e della compartecipazione all’unico cammino ecclesiale di cui tutti, per il battesimo, siamo parte attiva ed integrante”.

Non solo, allora, gli uffici della Curia ma anche la presenza dei vescovi che in un sistema organico hanno la possibilità di avere una visione globale della comunità diocesana e fornire direttive che siano frutto di riflessione e maturazione all’interno della stessa assise. Incisive le parole dell’arcivescovo coadiutore: “È importante che il vescovo sia presente nella Curia e tenga, settimanalmente, un meeting (un incontro) con tutti coloro che lavorano a servizio dell’istituzione diocesae in modo tale da poter seguire da vicino l’attività degli stessi e, dal contatto con i funzionari e direttori poterne ascoltare punti di forza ed eventuali criticità”.

Dopo un congruo spazio di risonanze e di ascolti circa tale progetto accolto positivamente dai presenti si è proceduto alla votazione dei membri elettivi del consiglio presbiterale. Per i presbiteri parroci sono risultati tra i più suffragati: don Gianmarco Errico, don Gabriele Morello, don Alessandro Mele, don Alberto Taurino, mons. Carlo Santoro, don Luca Bisconti, don Leonardo Giannone, don Massimiliano Mazzotta, don Francesco Morelli e don Emanuel Riezzo. Per i presbiteri non parroci, invece, sono stati eletti: don Alessandro D’Elia, don Salvatore Corvino, don Andrea Gelardo, don Gigi Manca, don Gianmarco Sperani, don Antonio De Nanni, don Federico Andriani e don Antonio Murrone. Rappresenta i presbiteri religiosi Padre Giambattista Moroni.

Una mattinata, dunque, che ha avuto il sapore di un nuovo inizio voluto dallo Spirito per la comunità ecclesiale leccese chiamata a scrivere nuove pagine di storia ricche di doni e di grazie.

 

 

Photogallery di Arturo Caprioli.

 

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