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Disabilità, cambiamenti climatici, infanzia, guerra, legalità. Sono alcuni dei temi trattati dai docu-film che Tv2000, domani 8 settembre alle 14.30, presenta all’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo.

 

 

Sono tre le proposte dell’emittente della Cei: “Dipinto di blu” di Gianni Vukaj e Beatrice Bernacchi; “Ninne nanne ai tempi della guerra” di Giuseppe Carrieri; “Testimone di speranza: l’audacia tenera di don Pino Puglisi”, a cura di Fausto Della Ceca, Valeria Castrucci, Serena Cirillo e Giuseppe Cutrona.

Sette giorni sul Mar Mediterraneo, una gigantesca nave e cinquanta passeggeri speciali: “Dipinto di blu” è la storia di una straordinaria crociera in cui un gruppo di persone con disabilità, insieme alle loro famiglie, ai terapisti e agli educatori, decide di sfidare le barriere dei pregiudizi. In mezzo al blu del cielo e del mare, tra città e porti affollati, risuona il contrasto tra una vita fatta di gesti lenti, di riabilitazione, di gioco, di ballo, di amicizia e la frenesia del mondo, intrappolato nella velocità e nel consumo estremo.

Attraverso una spedizione irregolare tra i desideri e i sogni dei bambini del Sahara, lungo il percorso di una donna incinta che attraversa chilometri in Sud Sudan per mettere al mondo la figlia, nella rotta complessa di una famiglia che chiede asilo dalla sua terra alluvionata in Bangladesh, passando per lo sguardo di una fotografa della pace in Georgia, “Ninne nanne ai tempi della guerra”, una miniserie antologica composta da 4 episodi, porta con sé i segni e le ferite di un’umanità a volte dimenticata che chiede di essere vista e raccontata.

Un buon pastore, mite e umile, come l’ha definito Papa Francesco, educatore e padre di una moltitudine di giovani in una delle periferie più difficili di Palermo come Brancaccio. Un sacerdote che non si è piegato alle logiche di Cosa Nostra, armato solo del suo sorriso e dell’amore per il Vangelo. Un martire ucciso in odio alla fede che ha testimoniato con il suo sangue l’amore per Dio e per la gente del quartiere a lui affidata. A raccontare la sua missione di operatore di pace e la sua eredità, i collaboratori più stretti, gli amici di sempre, gli allievi, i figli spirituali, l’attuale parroco di Brancaccio, don Maurizio Francoforte, i volontari del “Centro Padre Nostro”, da lui fondato pochi mesi prima dell’assassinio, e l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice.

 

 

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