Secondo quanto scriveva Cosimo De Giorgi questo mese è d’ordinario, il più caldo dell’anno nel nostro clima e con l’agosto è quello che mette a dura prova l’abilità del più esperto floricoltore.
Questi vedrà d’un tratto, e senza potersi dare ragione, intristire e perdersi a poco a poco le sue piante più pregiate come le camelie, le gardenie, le ortensie, i rododendri, le calceolarie, ecc., anche se le avrà riparate dal sole o messe in luogo fresco e ombreggiato dagli alberi o da alti muri rivolti a mezzogiorno.
Ciò dipende in parte dal calore intenso dell’atmosfera (che tocca in media i 27 ai 28 gradi) in parte dalla secchezza dell’aria, e molte volte dal soffio caldo e afoso del libeccio che dura solo qualche giorno, ma riesce micidiale alle piante delicate. I larghi inaffiamenti, in questi casi, lungi dal giovare, favoriscono il deperimento di quelle piante; e sono preferibili invece le ripetute lavande sulle foglie.
La temperatura presenta nel suo corso un periodo di calore relativo più intenso nella seconda decade di luglio, dal 12 al 22 ed è il periodo più caldo di tutto l’anno. Delle volte il termometro raggiunge anche i 40 gradi nelle annate più calde e solo in qualche giorno del mese; d’ordinario la massima temperatura del luglio oscilla in Lecce fra i 32 e i 37 gradi.
Insomma il tempo è ormai ogni giorno più bello e il caldo incombe su tutto; tuttavia per i contadini era sempre possibile che cadesse un improvviso acquazzone che avrebbe compromesso il raccolto dei fichi. In caso di pioggia, infatti, magari accompagnata da folate di scirocco, il frutto non si sarebbe caramellato e non avrebbe acquisito il caratteristico sapore di miele.
Dei fichi e dell’importanza che in passato hanno rappresentato per l’approvvigionamento domestico e la commercializzazione da cui ricavare un reddito sia pure modesto, si parlerà a proposito del giorno di sant’Anna.
Per approfondimenti: R. Barletta, Quale santo invocare?, Edizioni Grifo, 2013.