“Esattamente un anno fa abbiamo fatto esperienza di un importante e stimolante confronto sulle nuove prospettive di promozione del turismo salentino, con riguardo ai segmenti culturale e religioso”.
“In quella circostanza, a Greccio, non c’erano statuine: il presepe fu realizzato e vissuto da quanti erano presenti”.
Rivoluzionare l’idea della medicina e della cura, e stimolare una riflessione che porti i decisori politici ad imprimere un cambiamento nell’impostazione della sanità del futuro che dovrà essere centrata sulla persona, finalizzata a curare il malato e non solo la malattia.
Con le seguenti osservazioni, mi ricollego idealmente all’ormai superata consuetudine di scrivere (l’inutile), per quanto attesa letterina di Natale perché, con la sua intrinseca evanescenza ossia con la promessa del (piccolo) compilatore di avere un comportamento lodevole per l’intero anno, essa veniva puntualmente disattesa.
Come ogni anno, la tradizione del presepe rinnova il senso di accoglienza e di comunione delle imminenti festività, così in tutte le diocesi italiane, le associazioni Coldiretti, Confartigianato e Fondazione Symbola, stanno donando a tutti i vescovi del Paese la consueta simbolica statuina che viene posta nei loro presepi.
Quest’anno si celebra la memoria degli 800 anni del presepe di Greccio, il primo presepe vivente organizzato nel 1223 da San Francesco nel piccolo borgo della provincia di Rieti. Il santo di Assisi ha avuto una grande intuizione e tornando a Greccio non ha voluto far altro che riproporre quello che la Chiesa aveva sempre rappresentato.