“La premura del Papa è che il Giubileo del 2025 venga preparato nel migliore dei modi”. Ad affermarlo è il presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, che ha riferito in una intervista dell’udienza avuta con Francesco lo scorso 3 gennaio, durante la quale è stato approvato il motto dell’Anno Santo.
Un motto, ha osservato monsignor Fisichella, che “si sintetizza in due parole”: “Pellegrini di speranza”. Come ogni motto, anche in questo caso il senso dell’intero percorso giubilare comincia dai termini scelti per condensarlo. Termini che fanno risaltare un tema chiave del pontificato di Francesco. “Sono tante le opere da realizzare” in questi due anni, ha detto il capo del dicastero che ne avrà la responsabilità organizzativa. La necessità, ha sottolineato, è di avere un “impatto preparatorio solido” e creare una macchina organizzativa efficiente.
“Per attivarla completamente attendo ulteriori indicazioni dal Papa”, ha precisato mons. Fisichella, sebbene di fatto il lavoro sia già partito. Una delle priorità riguarda l’accoglienza dei pellegrini e dei fedeli. Sono molti quelli attesi a Roma durante l’Anno Santo, nell’auspicio che nei prossimi due anni l’emergenza sanitaria non condizioni più come oggi le attività. Il presule conferma che “sono ormai assidui i contatti con il comune di Roma, con la Regione Lazio e con il governo italiano, affinché tutto possa svolgersi in piena sicurezza e in linea con capacità di accoglienza che la città ha sempre garantito”.