L’Ucraina era particolarmente importante per Giovanni Paolo II. Il regime sovietico vide nel Papa un pericolo, anche a causa delle sue posizioni a favore della chiesa clandestina dei greco-cattolici ucraini.
La figura del Papa polacco è molto venerata dagli ucraini occidentali, gli uniati, ossia cattolici di rito greco-ortodosso. Inoltre, la parte occidentale dell’Ucraina, compresa la provincia di Leopoli, fino al 1939 (la spartizione in base al patto Molotov-Ribbentrop tra la Germania nazista e la Russia staliniana) apparteneva alla Polonia, fatto che che ha avvicinato ancora di più la popolazione della parte occidentale dell’Ucraina alla figura di Papa Wojtyla.
In occasione della visita apostolica, Giovanni Paolo II disse: “Ho lungamente atteso questa visita ed ho intensamente pregato perché essa potesse realizzarsi. Finalmente, con intima commozione e gioia, ho potuto baciare questa amata terra di Ucraina. Ringrazio Dio per il dono che oggi mi è concesso. Ti saluto, Ucraina, testimone coraggiosa e tenace di adesione ai valori della fede. Quanto hai sofferto per rivendicare, in momenti difficili, la libertà di professarla! C’è nell’Ucraina un’evidente vocazione europea, sottolineata anche dalle radici cristiane della vostra cultura. Io sono tra voi, pellegrino di pace e di fraternità, confido di essere accolto con amicizia anche da quanti, pur non appartenendo alla Chiesa cattolica, hanno il cuore aperto al dialogo e alla cooperazione”.
Papa Francesco ha invitato tutto il popolo alla preghiera e al digiuno per la pace. Esattamente un anno fa, Papa Francesco incontrava il primo ministro ucraino, donandogli la rappresentazione di “Riempiamo le mani di altre mani”, mentre il Primo Ministro donò una copia di un salterio antico e la miniatura di una statua di una fanciulla, il cui originale sta al memoriale dell’Holodomor, il genocidio per carestia della popolazione ucraina voluto da Stalin. Insieme a questa miniatura, una mela, che simbolicamente viene lasciata al memoriale dei visitatori.
Papa Francesco, come Giovanni Paolo II ha continuato il dialogo ecumenico, perché dopo le tragiche esperienze dei regimi totalitari, il futuro possa riservare il rispetto della dignità umana, per la costruzione della civiltà dell’amore e per il futuro dell’Europa e del mondo.
Giovanni Paolo II compose, in occasione della visita in Ucraina, una preghiera alla Vergine: “O Beata Vergine Maria, Madonna di Zarvaniza, ti rendo grazie per il dono di trovarmi nella Rus’ di Kyiv, da cui la luce del Vangelo si è diffusa per l’intera regione. Di fronte alla tua icona miracolosa, custodita in questa chiesa di San Nicola, a Te, Madre di Dio e Madre della Chiesa, affido il mio viaggio apostolico in Ucraina. Santa Madre di Dio, stendi il tuo manto materno su tutti i cristiani e su tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che vivono in questa grande Nazione. Guidali verso il tuo Figlio Gesù, che è per tutti via, verità e vita”.