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“La riforma della Curia romana sarà reale e possibile se germoglierà da una riforma interiore, con la quale facciamo nostro il paradigma della spiritualità del Concilio, espressa dall’antica storia del Buon samaritano, di quell’uomo, che devia dal suo cammino per farsi prossimo ad un uomo mezzo morto che non appartiene al suo popolo e che neppure conosce”.

 

 

 

È il presupposto attorno a cui si articola la Praedicate evangelium (LEGGI IL TESTO INTEGRALE), promulgata nel giorno della solennità di San Giuseppe dal Papa. Il testo, 54 pagine articolate in XI capitoli viene presentato oggi in sala stampa vaticana (LEGGI). Il principio ispiratore, si legge nella costituzione, è “una spiritualità che ha la propria fonte nell’amore di Dio che ci ha amato per primo, quando noi eravamo ancora poveri e peccatori, e che ci ricorda che il nostro dovere è servire come Cristo i fratelli, soprattutto i più bisognosi, e che il volto di Cristo si riconosce nel volto di ogni essere umano, specialmente dell’uomo e della donna che soffrono”.

La riforma, quindi, “non è fine a se stessa, ma un mezzo per dare una forte testimonianza cristiana; per favorire una più efficace evangelizzazione; per promuovere un più fecondo spirito ecumenico; per incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti”. “Auspicata vivamente dalla maggioranza dei cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave - si ricorda nel testo - dovrà perfezionare ancora di più l’identità della stessa Curia romana, ossia quella di coadiuvare il Successore di Pietro nell’esercizio del suo supremo Ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari. Esercizio col quale si rafforzano l’unità di fede e la comunione del popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo”.

Questi i principi e i criteri per il servizio della Curia Roma: “Servizio alla missione del Papa; corresponsabilità nella communio; servizio alla missione dei vescovi; sostegno alle Chiese particolari e alle loro Conferenze episcopali e strutture gerarchiche orientali; indole vicaria della Curia Romana; spiritualità; integrità personale e professionalità; collaborazione tra i dicasteri; riunioni interdicasteriali e intradicasteriali; espressione della cattolicità; riduzione dei dicasteri”.

“Si è reso necessario ridurre il numero dei Dicasteri, unendo tra loro quelli la cui finalità era molto simile o complementare, e razionalizzare le loro funzioni con l’obiettivo di evitare sovrapposizioni di competenze e rendere il lavoro più efficace”. Con l’entrata in vigore della Costituzione apostolica - dispone il Santo Padre - viene, infatti, integralmente abrogata e sostituita la Costituzione Pastor bonus e, con essa, “sono soppressi anche gli Organismi della Curia romana in essa indicati e non più previsti, né riorganizzati nella presente Costituzione”.

“Qualunque fedele può presiedere un Dicastero o un Organismo, attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di quest’ultimi”, si legge del testo, in cui si parla anche della necessità di una “sana decentralizzazione”, nel rapporto tra la Curia e le Chiese particolari. Coloro che prestano la propria opera al servizio della Curia romana, si sottolinea a proposito del profilo richiesto per quest’ultimi, “sono scelti tra vescovi, presbiteri, diaconi, membri degli Istituti di Vita consacrata e delle Società di Vita apostolica e laici che si distinguono per vita spirituale, buona esperienza pastorale, sobrietà di vita e amore ai poveri, spirito di comunione e di servizio, competenza nelle materie loro affidate, capacità di discernimento dei segni dei tempi. Per questo si rende necessario dedicare attenta cura alla scelta e alla formazione del personale, così come all’organizzazione del lavoro e alla crescita personale e professionale di ciascuno”. “Per il buon funzionamento di ciascuna delle componenti della Curia romana è indispensabile che, oltre alla dedizione e alla rettitudine, chi vi opera sia qualificato”, l’altra raccomandazione: “Ciò comporta professionalità, ossia competenza e capacità nella materia in cui si è chiamati a prestare la propria attività. Essa si forma e si acquisisce col tempo, mediante esperienza, studio, aggiornamento; tuttavia, è necessario che fin dall’inizio si riscontri un’adeguata preparazione al riguardo”.

La terza sezione della segreteria di Stato, l’introduzione di una sezione disciplinare nel Dicastero per la Dottrina della fede, l’istituzione di un Dicastero per l’evangelizzazione presieduto dal Papa, l’istituzione di un Dicastero per il Servizio della carità e l’accorpamento del Dicastero per la cultura e l’educazione. Sono alcune novità della Praedicate evangelium.

La Curia Romana, a partire dal 5 giugno prossimo - giorno in cui andrà in vigore la nuova Costituzione, che sostituisce la Pastor bonus - sarà composta in totale da 16 Dicasteri, cui si aggiungono gli Organismi di giustizia, gli organismi economici, tre uffici (Prefettura della Casa Pontificia, Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, Camerlengo di Santa Romana Chiesa), gli Avvocati e le istituzioni collegate con la Santa Sede. Oltre alla Sezione per gli Affari generali e alla Sezione per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, la segreteria di Stato può ora contare su una Sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, che si occupa in modo particolare delle “condizioni di vita e di lavoro” e della “formazione permanente” dei rappresentanti diplomatici pontifici.

Molto articolata la struttura del Dicastero per l’evangelizzazione, presieduto “direttamente dal Romano Pontefice” e retto “per suo nome e per sua autorità da un Pro-Prefetto”. Due le sezioni del Dicastero: la prima “Per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo”, competente anche per la catechesi; la seconda “per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari”, a cui sono affidate tra l’altro le Pontificie opere missionarie.

La sezione disciplinare del Dicastero per la dottrina della fede, attraverso l’Ufficio disciplinare, “si occupa dei delitti riservati al Dicastero”, con le relative sanzioni.

Il Dicastero per il Servizio della carità - o Elemosineria apostolica - è guidato dall’Elemosiniere di Sua Santità ed “esercita in qualsiasi parte del mondo l’opera di assistenza e di aiuto verso di loro” a nome del Papa, che “nei casi di particolare indigenza o di altra necessità, dispone personalmente gli aiuti da destinare”. Suo anche il compito di “ricevere, cercare e sollecitare libere donazioni destinate alle opere di carità che il Romano Pontefice esercita verso i più bisognosi”.

Il Dicastero per la cultura e l’educazione ha due rispettive sezioni: la Sezione per la cultura, che “promuove e incoraggia il dialogo tra le molteplici culture presenti all’interno della Chiesa”, e la Sezione per l’educazione, che si occupa tra l’altro delle scuole cattoliche di ogni ordine e grado e promuove l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.

 

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