Nel 2022 a livello complessivo le entrate dell’Obolo di San Pietro sono ammontate a 107 milioni di euro.
Di questi, 43,5 milioni sono arrivati da donazioni giunte grazie alla raccolta effettuata in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo in tutte le diocesi del mondo, dalle offerte dei fedeli e dai lasciti ereditari a favore dell’Obolo stesso o direttamente del Papa (nel 2021 erano stati 44,4 milioni). Gli altri 63,5 milioni di euro di introiti arrivano da proventi finanziari ed altre entrate (nel 2021 erano stati 2,5 milioni). Lo riferisce il Rapporto annuale che è stato diffuso oggi e in cui si sottolinea come «nel corso del 2022 è stata realizzata una significativa plusvalenza grazie alla vendita di beni immobili del Fondo Obolo di San Pietro», pari a circa 50,3 milioni di euro.
Dei 43,5 milioni della raccolta di offerte, in particolare il 63% è arrivato dalle diocesi, il 29% da fondazioni, il 5,5% da offerenti privati e il 2,5% dagli ordini religiosi. I Paesi che più hanno contribuito sono Stati Uniti (25,3%, 11 milioni di euro), Corea del Sud (8%, 3,5 milioni) e Italia (6,7%, 2,9 milioni), seguiti da Brasile (3,4%, 1,5 milioni), Germania (3%, 1,3 milioni) e Francia (2,8%, 1,2 milioni), Irlanda (2,1%, 900mila), Spagna (1,8%, 800mila), Messico (1,4%, 600mila), Slovacchia (1,1%, 500mila).
Nel 2021 i Paesi maggiori contributori erano stati: Usa (13 milioni), Italia (5 milioni), Germania (2,3 milioni), Corea 1,4 milioni) e Francia (1,2 milioni).
Le uscite nel 2022 sono state pari a 95,5 milioni di euro. Di questi 16,2 milioni sono stati destinati all’assistenza diretta ai più bisognosi: 10,6 milioni in progetti sociali, 3,3 milioni in sostegno alla presenza evangelizzatrice delle Chiese locali in situazione di necessità, 2,3 milioni per l’espansione e la conservazione della presenza evangelizzatrice nelle nuove Chiese locali. Più di un milione e mezzo è stato impegnato in Ucraina per il sostegno alla popolazione colpita dalla guerra.
Oltre alla quota destinata ad interventi caritativi sono 77,6 milioni quelli andati a sostegno della Missione apostolica del Papa e a finanziare quindi le molteplici attività di servizio svolte da 70 tra Dicasteri, enti ed organismi le cui spese totali ammontano a 383,9 milioni di euro e che quindi sono coperte dall’Obolo di San Pietro per il 20%. In particolare l’Obolo copre 31,7 milioni dei 158 destinati al sostegno alla Chiese locali in difficoltà e a specifici contesti di evangelizzazione; e poi 8,6 milioni sui 42,7 destinati alla diffusione del Messaggio, 7,3 sui 36,2 destinati alle nunziature apostoliche, e 2,2 sui 10,7 milioni destinati alle istituzioni accademiche.
Nel 2021 le uscite erano state complessivamente 65,3 milioni: 9,8 per l’assistenza diretta ai più bisognosi, di cui 4,7 milioni per progetti sociali, e 55,5 milioni per il sostegno alla Missione apostolica del Papa. In pratica quest’ultimo capitolo di spesa copriva il 23% di quella complessiva per il sostegno alla missione apostolica del papa (237,7 milioni). In particolare, per la diffusione del Messaggio l’Obolo aveva coperto 8,9 dei 38,1 milioni spesi, per le nunziature apostoliche 7,5 su 32,4 milioni e per le istituzioni accademiche 2,1 su 8,8 milioni. Per quanto riguarda il sostegno alle Chiese locali in difficoltà e specifici contesti di evangelizzazione nel 2021 l’obolo aveva coperto 10,9 di 46,6 milioni spesi (una cifra molto inferiore ai 158 del 2022 perché in questa voce rispetto all’anno precedente è presente un numero maggiore di enti a servizio della missione apostolica del Papa).