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“Non possiamo illuderci che la formazione in seminario possa bastare ponendo basi sicure una volta per tutte”.

 

 

“Piuttosto, siamo chiamati a consolidare, rafforzare e sviluppare quanto abbiamo in seminario, in un percorso che ci aiuti a maturare nella dimensione umana, a crescere spiritualmente, a trovare i linguaggi adeguati all’evangelizzazione, ad approfondire quanto ci serve per affrontare adeguatamente le nuove questioni del nostro tempo”. Lo ha detto il Papa, ricevendo ieri in udienza i partecipanti all’assemblea plenaria del Dicastero del clero (LEGGI IL TESTO INTEGRALE) cui ha preso parte anche il nostro mons. Simone Renna, sottosegretario della stessa istituzione vaticana che si occupa dei sacerdoti di tutto il mondo.

“Tanti sacerdoti sono troppo soli, senza la grazia di un accompagnamento, senza quel senso di appartenenza che è come un salvagente nel mare spesso burrascoso della vita personale e pastorale”, il monito di Francesco, secondo il quale “tessere una forte rete di rapporti fraterni è un compito prioritario della formazione permanente: il vescovo, i sacerdoti tra loro, le comunità nei confronti dei loro pastori, i religiosi e le consacrate, le associazioni, i movimenti: è indispensabile che i sacerdoti si sentano a casa”. “

Voi come Dicastero avete già iniziato a tessere una rete mondiale: vi raccomando, fate di tutto perché quest’onda continui e porti frutti nel mondo intero - l’esortazione del Papa -: “Adoperatevi con creatività perché questa rete si rafforzi e offra sostegno ai sacerdoti. Voi avete un ruolo chiave per questo!”.

“Una delle grandi sfide per il Popolo di Dio è il fatto che, in sempre più aree del mondo, sono in forte calo le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata, e in alcuni Paesi si stanno quasi spegnendo - ha aggiunto il Papa -. Ma è in crisi anche la vocazione al matrimonio con quel senso di impegno e di missione che richiede”. “Non possiamo rassegnarci al fatto che per tanti giovani è scomparsa dall’orizzonte l’ipotesi di una offerta radicale di vita. Dobbiamo invece riflettere insieme e restare attenti ai segnali dello Spirito e anche questo compito voi potete portarlo avanti grazie alla Pontificia Opera delle vocazioni sacerdotali. Vi invito a riattivare questa realtà, con modalità adatte ai nostri tempi, magari creando rete con le Chiese locali e individuando le buone pratiche da far circolare. Questa è un’opera importante!”.

Infine, un accenno al diaconato permanente, in merito al quale “ci si interroga spesso sulla specifica identità”, come è accaduto anche durante il Sinodo dei vescovi dell’ottobre scorso. “Puntare, tra i vari compiti dei diaconi, più decisamente alla diaconia della carità e al servizio dei poveri”.

 

 

 

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