“L’immagine della speranza è l’àncora, ma non per dare stabilità, bensì per il suo potere d’attrazione. Per questo i giovani, anche oggi possono essere attratti da figure di santità: perché i santi portano il futuro nel presente, perché hanno rappresentato che ha speranza colui che cammina e che è in continuo pellegrinaggio, in movimento”.
Così il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi, intervenuto a Roma alla tavola rotonda “Segni dei tempi, segni di speranza: sfide culturali ed educative” che si è svolta nell’ambito del seminario di studio “Generatori di speranza. In cammino con i giovani nella luce del Giubileo”, promosso presso l’Ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola fino al 12 settembre dal Centro pastorale dell’Università Cattolica in collaborazione con l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza episcopale italiana e con l’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori (GUARDA).
“La speranza per molti di noi - ha aggiunto il porporato salentino che al termine dell'evento ha celebrato la messa nella cappella dell'ospedale - è attesa del mondo futuro, ma alimentare la speranza è anche alimentare, ora, il proprio compito nella società”
Per Adriano Fabris, presidente della Consulta nazionale di filosofia, “per molti giovani è più facile concentrarsi sull’istante, nell’emozione dell’attimo. Il nostro compito, allora, è riempire di contenuti quell’attimo, promuovere la capacità di immaginare il futuro”. “Leggere i segni dei tempi e cogliere i segni di speranza è un forte invito a riflettere sulla speranza stessa come una risposta: è per il fatto di credere che noi speriamo”, ha concluso Antonella Sciarrone Alibrandi, giudice della Corte Costituzionale. La giornata di ieri si è concluse con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Semeraro nella cappella dell’ospedale.
Da oggi il seminario prosegue nella sede di Roma dell’Università Cattolica. La giornata conclusiva di giovedì 12 settembre si aprirà alle 9 con il dialogo “Per un Ateneo generatore di speranza”, tra il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, e il rettore Beccalli.