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“Il mondo della comunicazione è in continua evoluzione e c’interpella: stiamo vivendo anni di grandi trasformazioni socio-culturali. Il tempo che ci sta davanti sarà una grande sfida da affrontare tutti insieme”.

Lo dichiarato ieri Vincenzo Corrado, primo direttore laico dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana. A nominarlo è stata la presidenza della Cei, al termine del Consiglio episcopale permanente che si è chiuso ieri: “Esprimo profonda gratitudine per avermi affidato un compito impegnativo e stimolante. Un pensiero di affetto sincero a chi mi ha preceduto in questo incarico - prosegue Corrado - e che ha segnato anche la mia formazione professionale e, soprattutto, umana: mons. Francesco Ceriotti, con la sua grande capacità progettuale; mons. Claudio Giuliodori, cui devo la passione per lo studio della comunicazione; mons. Domenico Pompili, con il quale ho condiviso pensieri e riflessioni; don Ivan Maffeis, cui mi lega un’amicizia pluridecennale e una condivisione alta e altra, non incasellabile in schemi precostituiti. Non posso non ricordare i miei maestri nel giornalismo: don Giuseppe Cacciami, Giovanni Fallani, Paolo Bustaffa e Domenico Delle Foglie. Tutte persone legate all’Agenzia Sir, in cui ho vissuto anni belli e intensi. Insieme a loro, ricordo anche tutti i colleghi dell’Agenzia, per la passione nell’essere voce attenta e credibile”.

Direttore del Sir dal 2017 al 2019, il 7 maggio di quest’anno Corrado era stato nominato vice-direttore dell’Ucs. Succede a don Ivan Maffeis, che ha diretto il citato Ufficio Cei dal 21 maggio 2015 ad oggi - dopo esserne stato vice-direttore dalla fine del 2009 - ed ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario della Conferenza episcopale italiana; qualifica che continua a mantenere, restando il portavoce della Cei.

CHI È VINCENZO CORRADO

Corrado è nato a Maglie (Lecce) nel 1976. Sposato e padre di tre figlie, per il Sir ha curato negli ultimi quindici anni le relazioni con i settimanali cattolici della Fisc, mantenendo rapporti quotidiani con tutto il territorio italiano. Esperto di questioni ecclesiali, ha seguito gli ultimi sviluppi della vita della Chiesa italiana e universale: “Ho pensato a tante immagini che potessero fotografare questo momento: in mente ne ho diverse, ma la più adatta è quella del grembiule, che recepisco da don Tonino Bello. Forse la uso impropriamente: il grembiule rappresenta bene l’idea del servizio, che è e resterà la cifra costitutiva del lavoro quotidiano dell’Ufficio Nazionale a favore della Segreteria Generale della Cei, degli altri Uffici, delle diocesi e nei rapporti con i media.

A Vincenzo, amico di Portalecce e prima ancora de L'Ora del Salento, giungano i nostri sinceri e affettuosi auguri di buon lavoro.


 

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