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Fervono già i preparativi per il Natale, si avverte nell’aria un’atmosfera di ampia predisposizione alla celebrazione dell’evento che ricorda l’Incarnazione del Figlio di Dio nella storia.

All’occhio del cristiano non sfugge certamente un particolare simbolo che, in concomitanza alla solennità del Natale, occupa un posto speciale nell’ambito delle case e delle piazze: l’albero di Natale, con tutte le sue valenze simboliche.

In questi ultimi decenni, l’albero di Natale si è fortemente “laicizzato” ed è entrato a far parte del pacchetto degli usi natalizi legato al consumismo, tipico di questo periodo, che ha fatto perdere di vista il valore e il significato cristiano legato a questo simbolo natalizio già presente da tempi remoti. É necessario, dunque, andare indietro con i tempi, per recuperare il senso profondo sotteso al segno dell’albero di Natale che, se in passato aveva una connotazione tipicamente pagana, con l’andare dei tempi si è caricato di valenze religioso-cristiane.

Sin dall’antichità era costume ornare le case con rami o alberi di ogni specie, ma soprattutto con abeti, nell’approssimarsi del fenomeno cosmico del solstizio d’inverno. Le antiche tradizioni pagane legate al culto degli alberi, pian piano hanno favorito lo sviluppo di tutta una tradizione cristiana con i suoi diversi elementi natalizi.

L’albero di Natale con tutte le sue decorazioni e ornamenti è simbolo del mistero che si attua nel Natale: il peccato dell’uomo, che nella Bibbia è associato all’albero del Paradiso e al suo frutto che suscita la tentazione, viene espiato nella notte del 24 dicembre con l’ingresso di Cristo nel mondo. Questo convincimento cristiano venne messo subito in scena, attraverso le sacre rappresentazioni dei misteri del Signore, tipiche dell’epoca medievale, quale preludio alle festività natalizie: la notte di Natale, davanti alle porte centrali delle chiese, veniva drammatizzata la storia del peccato originale il cui centro era costituito dall’albero della tentazione e dal suo frutto (mela) che in quella notte riacquistavano la dignità perduta, cioè quella paradisiaca. Queste rappresentazioni conferirono all’albero di Natale il suo significato religioso-cristiano.

Da quando avvenne il passaggio dell’albero dalla piazza antistante la chiesa alle abitazioni, quasi regolarmente, secondo quanto ci è fornito da alcune descrizioni di alberi di Natale datate intorno al 1600, vennero appese all’albero, oltre alle mele anche delle ostie - certamente non consacrate - le quali contribuirono all’affermarsi della dimensione cristiana dell’albero: alla mela, che ha condotto l’uomo al peccato e alla morte, si contrappone l’ostia, il pane che dona la grazia e la vita.

In questo processo evolutivo delle decorazioni dell’albero di Natale, va ricordato che dalle mele ed ostie si è passati, in seguito negli anni, ad ornamenti più ricchi; era usanza appendere all’albero i biscotti di Natale sui quali erano rappresentate le figure bibliche di Adamo ed Eva.

A Strasburgo si racconta che venivano appese delle rose ritagliate in carta colorata (in riferimento a Is 11,1: si parla del germoglio che spunta dal tronco di Iesse) e degli “ori vibranti”, cioè delle piastrine metalliche dorate, il cui movimento provocava una lieve vibrazione sonora (riferimento ai doni portati dai Re Magi).

Anche le candeline poste sui rami degli alberi costituiscono un particolare ornamento dell’albero di Natale con un chiaro riferimento cristiano. All’antico culto per la luce, dettato dal ciclo cosmico del solstizio d’inverno, quando il sole comincia la sua corsa verso le giornate più lunghe, accorciando così la durata della notte, venne ad unirsi il significato cristiano: mentre i pagani celebravano la nascita astronomica del sole, ovvero la sua vittoria sulle tenebre, i cristiani celebravano la nascita del vero sole e della vera luce, Cristo, che appare al mondo dopo la lunga notte del peccato.

Le ghirlande avvinghiate attorno ai rami non sono altro che il richiamo ai doni elargiti dalla presenza di Dio nella storia.

A partire dal secolo XIX, accanto alle mele o in sostituzione di esse, vennero appese all’albero di Natale delle sfere fabbricate dai soffiatori di vetro dell’alsaziana valle di Meisen e della Turingia.

Tra gli altri riferimenti cristiani a cui rimanda l’albero di Natale possiamo ancora ricordare che tra i vari alberi, la scelta dell’abete non è casuale: il suo verde perenne è segno di speranza e di immortalità, chiaro riferimento a Cristo, l’albero sempre verde. La scelta dell’«albero» ci ricollega direttamente alla redenzione operata da Cristo: come a causa di un albero, quello del Paradiso, l’uomo meritò la colpa, così a causa di un altro albero, quello della croce, ottenne la salvezza.

Il segno dell’albero di Natale, dunque, al di là di un semplice elemento decorativo per la casa, in occasione delle festività natalizie, è un vero e proprio elemento di “catechesi domestica”: guardando l’albero di Natale, la nostra mente e il nostro cuore è invitato a fare memoria degli eventi di salvezza che il Signore ha operato e continua a operare ancora oggi per ognuno di noi.

*docente di liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico «S. Anselmo» in Roma

 

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