La nascita del Signore Gesù è il mistero che dà inizio alla redenzione dell’uomo. Questa verità di fede attraversa i secoli passati e giunge fino ai nostri giorni, perché anche noi possiamo gustarne la sua straordinaria bellezza.
Dio entra nel tempo, riempie uno spazio e nutre il desiderio di abitare un cuore, quello dell’uomo, spesso vuoto e pieno di solitudine. L’Infinito e l’Eterno viene per colmare questo vuoto, si fa vicino per rompere il dramma di questo abbandono a se stessi. Egli sceglie di farsi piccolo, si manifesta nell’umiltà della carne umana: «Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma» (Papa Francesco, Admirabile signum, 8).
Cari fratelli e sorelle, la solennità del Natale ci fa contemplare quest’ammirabile piccolezza e interpella la nostra vita di credenti ad una trasformazione reale e concreta dei nostri modi di pensare e agire. Le nostre realtà sono trasbordanti di autoreferenzialità, individualismo, apparenza, narcisismo. Le nostre relazioni sono segnate da giudizi, precomprensioni, ipocrisie, gelosie e invidie che conducono l’uomo verso atroci sofferenze umane e spirituali. Il non senso sembra abitare le nostre vite. Il Natale del Signore ci dice altro, ci annuncia un Oltre: il Dio che si fa bambino ci insegna a ripartire dalla piccolezza e dalla prossimità; il Dio che si fa uomo mostra all’uomo come poter diventare Dio (cf. Ireneo di Lione). È una ripartenza quanto mai necessaria per superare queste nostre inconsistenze e miserie umane.
Auguro a tutti di vivere questi giorni di festa con rinnovato slancio e con la certezza che se avremo il coraggio di accogliere il messaggio del Natale per la nostra vita di ogni giorno, inizieremo un cammino verso la pienezza della vita. Buon Natale!