Amati figli, ’itinerario pastorale diocesano è centrato sul tema della Chiesa che genera nuovi figli alla vita di fede e quest’anno, in occasione del Santo Natale, vorrei invitare i fedeli a riflettere su due versetti del Vangelo secondo Luca: «Una donna dalla folla alzò la voce e disse [a Gesù]: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma Egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27-28).
A volte, quando si incontra un bambino dopo un po’ di tempo, si suole dire: «Sei tutto tua madre!» o tuo padre, riscontrando le somiglianze fisiche o caratteriali oppure si fanno i complimenti ai genitori per i successi dei figli.
Certamente grande era la gioia della madre di Gesù, che viene esaltata per i prodigi compiuti dal Figlio, ma il Natale ci insegna qualcosa di molto più profondo e importante: Dio assume la natura umana non solo per alcuni, ma per gli uomini di tutte le epoche e di tutti i luoghi.
Maria a sua volta è colei che dà alla luce nella carne il Figlio di Dio, ma non lo trattiene per sé. Anche guardando al presepe, una tradizione che dovremmo tener viva nelle nostre case, notiamo che attorno alla mangiatoia non si trovano solo Maria e Giuseppe, ma tanti altri che gioiscono per la venuta del Redentore, come i pastori e i Magi venuti da terre lontane per adorare Gesù.
Come è avvenuto per Maria, così si dovrebbe sentir dire ogni cristiano: «Vedendo te, vedo il volto di Gesù».
Purtroppo oggi la mentalità comune tende a dissociare Cristo dalla Chiesa. Questo accade perché spesso si è tiepidi davanti alle esigenti richieste del Vangelo, ma occorre riprendere forza e coscienza che la Chiesa è la madre che genera alla vita nuova in Cristo.
Chi afferma «Cristo sì, la Chiesa no» porta spesso dentro di sé delusioni dovute a esperienze negative con gli uomini di chiesa ed è quindi importante per ogni credente tornare all’essenziale, trasmettere la gioia di appartenere a Cristo e di essere generati in Lui con la sua Parola e i sacramenti.
Solo nell’esperienza della comunità si trova il nutrimento indispensabile per vivere in Dio.
Il Natale diventa così un tempo di festa legato non solo a un giorno solenne dell’anno liturgico. Esso rivive nella vita di fede di ogni uomo che sceglie Cristo come Maestro e si impegna a conoscerlo sempre di più.
A noi il compito di lasciarci conquistare da Lui e di renderlo visibile a chi ancora non lo ha incontrato.
Auguri di un santo Natale e di un sereno anno nuovo a tutti!