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Oggi la vita umana “sempre più spesso viene valutata in ragione della sua efficienza e utilità, al punto da considerare ‘vite scartate’ o ‘vite indegne’ quelle che non rispondono a tale criterio”.

A denunciarlo è stato Papa Francesco, che ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della fede ha fatto notare che “in questa situazione di perdita degli autentici valori, vengono meno anche i doveri inderogabili della solidarietà e della fraternità umana e cristiana”.

“Una società merita la qualifica di ‘civile’ - la tesi di Francesco - se sviluppa gli anticorpi contro la cultura dello scarto; se riconosce il valore intangibile della vita umana; se la solidarietà è fattivamente praticata e salvaguardata come fondamento della convivenza”.

“La dottrina cristiana non è un sistema rigido e chiuso in sé, ma nemmeno un’ideologia che muta con il passare delle stagioni”, ha esordito il Papa: “È una realtà dinamica che, rimanendo fedele al suo fondamento, si rinnova di generazione in generazione e si compendia in un volto, in un corpo e in un nome: Gesù Cristo Risorto”.

Poi l’apprezzamento per l’impegno del dicastero pontificio “sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita”, in un contesto socio-culturale che “sta progressivamente erodendo la consapevolezza riguardo a ciò che rende preziosa la vita umana”.

 

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