In questo tempo di forzato “digiuno eucaristico” in cui non si potrà partecipare alla celebrazione eucaristica e ricevere il Corpo di Cristo (fare la comunione), ecco il rilancio (anche grazie a Portalecce) di una pratica collaudata da secoli nella Chiesa: la Comunione Spirituale.
DI CHE COSA SI TRATTA
L’espressione “comunione spirituale”, a seconda del contesto in cui è pronunciata, può avere vari significati ma qui mi riferisco a ciò che è, come scrive San Tommaso d’Aquino, fondamentalmente un forte desiderio di ricevere Gesù Eucarestia, senza effettuare materialmente la comunione sacramentale. Ad esempio, nel caso di un cristiano che si comunica tutti i giorni ma che manca ad una messa feriale o non ci può andare, e quindi rinnova, attraverso un atto di fede e una preghiera, la perfetta comunione con Cristo nei giorni precedenti ricevuto in forma sacramentale.
Riferimento evangelico di questa pratica sono le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Giovanni: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui". "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. (Gv 14,21.23)
E Pietro scrive: “Chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi!Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, 15 ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. (1 Pt 3,15).
Il Concilio di Trento (1545-63) ha dato una spinta nuova alla diffusione di questa pratica spirituale : “ ...alcuni lo ricevono (il Corpo di Cristo) solo sacramentalmente (…); altri solo spiritualmente, quelli appunto che, mangiando in desiderio quel pane celeste, loro posto innanzi, con la fede viva “che opera per mezzo della carità” (Gal 5,6), ne sperimentano il frutto e l’utilità.» (Sessione XXII, cap. 6: DS 1747).
Lo stesso Concilio consigliava di fare la “comunione spirituale” ogni qualvolta si facesse visita al Santissimo Sacramento e ogni qualvolta si partecipasse alla messa e non si potesse, per diverse ragioni, ricevere Gesù Eucarestia.
IN CHE COSA CONSISTE?
Concretamente consiste nel recitare una preghiera, mediante la quale si esprime il desiderio di unirsi spiritualmente a Cristo Gesù e di ricevere Gesù Eucarestia nel proprio cuore.
Ecco la preghiera - la più conosciuta - che normalmente viene proposta ogni sera anche da Portalecce sulla pagina Fb al termine della messa in sreaming e che è stata composta da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati,
in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.
Rispetto alla Comunione sacramentale, quella spirituale ha il "vantaggio" di poter essere fatta ogni qualvolta lo si voglia e in qualsiasi momento della giornata o luogo.
È un atto di culto spirituale con il quale quanti sono “impossibilitati a ricevere la comunione possono esprimere il desiderio interiore di unirsi con le loro gioie e le loro sofferenze al sacrificio di Gesù Cristo”.[1] E Santa Teresa scriveva: “Quando non vi comunicate e non partecipate alla Messa, potete comunicarvi spiritualmente, la qual cosa è assai vantaggiosa… Così in voi si imprime molto dell’amore di Nostro Signore (Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione, cap. 35).
COME VIVERLA
Secondo il gesuita A. M. Fiocchi - fondatore dell'Istituto secolare Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù - per vivere bene la comunione spirituale sono richieste tre condizioni:
- un atto di fede nella presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia;
- il desiderio esplicito della Comunione eucaristica;
- il ringraziamento per il dono che Gesù fa di sé, come nella Comunione eucaristica.
La comunione spirituale può essere fatta ovunque, come dicevo, anche se per godere frutti più abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione d’anima col Signore. È vero che si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni caso deve essere vera comunione, vale a dire unione del nostro io con il suo, dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti con i suoi.
Ottimo metodo per fare la comunione spirituale è quello di unirla all'ascolto della Parola di Dio, e cioè alla meditazione, ad esempio, del vangelo del giorno.
Comunque la condizione essenziale perché porti frutto, rimane sempre la carità, l’amore per Dio e per il prossimo. È l’amore che dispone ad accogliere il dono che Gesù fa di sé in ogni istante. E come scrive Pietro nella sua lettera: “Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati.” (1Pt 4, 8)
I SUOI FRUTTI
La comunione spirituale ha gli stessi frutti della comunione sacramentale: è nutrimento spirituale e fa crescere nella vita di grazia. Essa ravviva la fede e l’amore e spinge a vivere la comunione sacramentale.
Sono in ogni caso effetti preziosi, ma meno intensi rispetto a quelli della comunione sacramentale, poiché non si producono in virtù della Presenza reale di Gesù, ma solo in virtù delle disposizioni di ciascuno.
In questo tempo in cui, per amore dei fratelli, ci viene chiesto di non partecipare all’Eucarestia, sicuramente potremo riscoprire la comunione spirituale, e potremo gustare la presenza ugualmente viva ed efficace di Cristo in noi.
A conclusione, propongo anche questa preghiera formulata con un linguaggio più adatto ai nostri tempi:
«Ti desidero Signore, con tutto il cuore. So che ti è cara questa mia povera vita, mi vuoi bene Signore
e la mia anima anela a te ogni giorno. (...)
Contemplo, Signore, il tuo Corpo e il tuo Sangue presenti nei segni sacramentali del pane e del vino
e che ora non posso accostare (...) ma ne sento il desiderio dalla profondità del mio essere.
Vieni o Signore, prendi posto nel mio cuore, rinvigorisci la mia anima, risveglia in me la gioia, purifica la mia fede.
Donami luce e forza per stare nella vita come vuoi tu, Per amare i fratelli come tu hai mostrato, e costruire con loro la tua Chiesa.
Desidero con tutto il cuore vivere, lodarti e ringraziarti. Eccoti Signore, con te nel cuore trovo pace, e questa mia fragile esistenza si fa bella e promettente. Grazie Signore!» (Dal sito web della diocesi di Milano)
[1]Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, L’Eucaristia: comunione con Cristo e tra noi. Riflessioni teologiche e pastorali in preparazione al 50° Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino, Irlanda, 10-17 giugno 2012, n. 121, online.