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Venerdì scorso durante l’’omelia della messa a Santa Marta Papa Francesco ha pregato lo Spirito Santo perché illumini i sacerdoti a trovare misure per far sentire il popolo accompagnato dai pastori e dal conforto della Parola di Dio, dei sacramenti e della preghiera. “Le misure drastiche - ha aggiunto- non sempre sono buone”.

 

 

 

A queste parole “coraggiose” a cui ha fatto seguito la riapertura delle sole chiese parrocchiali della diocesi di Roma, si appella la supplica inviata al Santo Padre dal “Centro Studi Rosario Livatino” in cui, partendo dal presupposto che il conforto del sacerdote è medicina essenziale, come il pane per il corpo, si chiede a Francesco di sollecitare i sacerdoti alla vicinanza con il popolo.

Vicinanza fondamentale, si legge “(…) soprattutto alle persone ricoverate in ospedale, a quelle costrette a restare a casa, (…) per i moribondi, la prossimità spirituale e il conforto della parola di un sacerdote sono essenziali, non surrogabili dalla pur importante partecipazione alla santa messa attraverso tv o internet (…)”.

Vengono suggeriti anche alcuni modi per rendere concreta tale vicinanza: “Perché - si afferma - non istituire in ogni ospedale o per ogni parrocchia un numero telefonico dedicato, che permetta ai fedeli (…) di comunicare direttamente col sacerdote in fasce orarie definite? (…) Perché non immaginare per il ricoverato o per chi è in quarantena una speciale indulgenza, fissando le o condizioni (…)? Perché non moltiplicare per le vie principali di ogni parrocchia l’  iniziativa già lanciata (…) da qualche sacerdote, di girare da solo benedicendo da fuori con il Santissimo Sacramento le case e chi vi abita?”.

Una questione su cui riflettere, vista l’importanza sottolineata dagli esperti della dimensione interiore della persona, cui può essere annoverato il senso di fede, senza mai dimenticare l’osservanza scrupolosa delle regole necessarie ad uscire dall’incubo del coronavirus.

Il Centro studi, costituitosi nel 2015, prende il nome dal giudice Rosario Livatino (1952- 1990) assassinato dalla mafia e del quale è in corso il processo di beatificazione. Ne fanno parte magistrati, avvocati, docenti universitari, notai; studia  temi d’attualità  riguardanti, in prevalenza, il diritto alla vita, la famiglia e la libertà religiosa, attraverso workshop, iniziative di mobilitazione culturale e continui aggiornamenti del portale.

 

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