“Il tempo della prosperità si dimentica la sventura”, ci dice il libro del Siracide. Alcuni in questo periodo, sentono l'assenza dei sacerdoti e dell'Eucaristia, sfruttano la tecnologia per condividere lo sguardo, la voce.
Qualcuno mi ha chiamato in questi giorni, dicendo: ho seguito la celebrazione in tv con commozione. Qualcun'altro si inginocchia davanti all'immagine di un televisore.
Nei monasteri il tempo del lavoro non è tempo sottratto alla preghiera, nè il tempo della preghiera è sottratto al lavoro.
Questo tempo oggi ci insegna, che dobbiamo indirizzarci verso l'infinito e dobbiamo offrire questo tempo a Dio. Quando arriva una chiamata da un amico bisognoso di parole, ci si ferma anche solo per condividere una lacrima e tenere viva una promessa.
È vero, i preti celebrano da soli nelle chiese a porte chiuse ma la Chiesa non smette di celebrare. I santi e le sante della Chiesa, non interrompono il loro canto di lode e di intercessione, per il popolo di Dio.
E noi ricordiamo che oggi la storia, ci impone una sacralità e una fede che non dipende esclusivamente dai sacramenti.