“Eppure quel Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà. È come se lasciasse trasparire un’energia contenuta, ma potente, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la potenza del Risorto vince ogni avversità e persino la morte…”.
L’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia ha guidato nella vigilia di Pasqua la preghiera straordinaria di fronte alla Sindone nella Cattedrale di Torino. La funzione è stata trasmessa in diretta tv in tutto il mondo, dal segnale Rai e da Tv2000, rilanciato dal Centro Televisivo Vaticano. Si è calcolato che gli spettatori potenziali delle reti collegato superavano il miliardo di persone. Moltissimi accessi anche alla speciale pagina Facebook “Sindone 2020”, dove l’avvenimento è stato trasmesso per il mondo social. Nella mattinata di sabato la sede centrale di Facebook, in California, ha stabilito un potenziamento della pagina in vista della quantità di accessi che poi si è riscontrata.
Questa è la prima diretta televisiva mondiale per un’ostensione della Sindone (ci sono stati precedenti nel 1973 e nel 2013, ma con strutture non paragonabili); ed è, ancor più, la prima a sbarcare sui social. I primi risultati, del tutto provvisori a diretta appena conclusa, parlano di circa 200mila connessioni per la diretta in italiano e circa 100mila in inglese. E quasi 20mila visualizzazioni della diretta su YouTube. Queste cifre riguardano solo la pagina “originale” da cui partiva il segnale, nessuno è in grado di sommare le connessioni delle altre reti in tutto il mondo.
La preghiera è stata decisa e realizzata in pochissimi giorni, partendo dalla grande quantità di richieste “dal basso” ricevute dall’arcivescovo (ma anche dal sindaco di Torino, dal presidente della Regione: Chiara Appendino e Alberto Cirio hanno voluto essere presenti, insieme al presidente del Consiglio regionale Allasia: a rappresentare quel «popolo» che in Duomo non poteva esserci). Gente che chiedeva di mostrare la Sindone, in un momento di preghiera che fosse di conforto nel tempo difficilissimo che tutti stiamo attraversando. Una domanda che non chiede «miracoli» ma, prima di tutto, la forza della speranza. Su questo l’arcivescovo Nosiglia ha insistito decisamente, nella meditazione al centro della preghiera:
“In questi tempi travagliati e complessi molti anche credenti non hanno più occhi per vedere e riconoscere accanto a sé il Signore, fonte prima di speranza e di forza per affrontare serenamente e con coraggio la situazione di epidemia che semina morte e tante preoccupazioni nelle persone riscontrate positive al coronavirus. La Sindone ci aiuta ad andare oltre il proprio travagliato vissuto e a scoprire che c’è in essa un messaggio di morte e di vita strettamente congiunte nella vicenda storica di Cristo e della sua passione: e questo apre il cuore, la mente e la parte più intima e profonda di ciascuno alla fede e alla speranza”.
Ma a “parlare”, nella preghiera dal Duomo, erano anche le immagini: il sipario che si è aperto sulla teca quando l’arcivescovo è arrivato di fronte alla cappella. Il silenzio commosso di mons. Nosiglia quando è salito vicino alla teca, e ha appoggiato con delicatezza la mano sulla teca. E poi il “segno” di una donna che ha riempito un’ampolla di olio, come la Maddalena del Vangelo… Immagini che resteranno a lungo negli occhi di tutti, a ricordare il motto di questa preghiera straordinaria: “Più forte è l’amore”.