A motivo della pandemia in corso, anche in Italia è passata pressoché inosservata un’importante ricorrenza, quella del 500esimo anniversario della prima messa cattolica in Argentina.
Era infatti il primo aprile 1520, quando l’equipaggio di Ferdinando Magellano (1480-1521), partito circa un anno prima da Siviglia, trovato rifugio nella tranquilla Baia di San Julian, si radunò per la sacra cerimonia. Quel giorno cadeva la Domenica delle Palme ed il cappellano della spedizione, Padre Pedro de Valderrama di Écija, offrì il sacrificio eucaristico nelle sconfinate e misteriose terre della Patagonia. I pochi indigeni nomadi presenti (di cui almeno uno avrebbe accettato il battesimo) guardarono incuriositi e interdetti quegli strani ospiti, sopraggiunti chissà da dove, inginocchiarsi in silenzio ed adorare la particola che veniva elevata dal sacerdote secondo l’uso dell’antico rito romano. Senza dubbio, Padre Valderrama, mentre celebrava, non avrebbe mai pensato che il suo nome sarebbe rimasto scritto nella storia del cattolicesimo. È commovente pensare poi agli uomini che gli erano stati affidati in cura spirituale. Erano ispanici, lusitani, baschi, italiani, irlandesi. Falcidiati dalle malattie, dal clima tremendo, dalla fame (secondo il diario di bordo, redatto dal criado Antonio Pigafetta, ci si ridusse a mangiare escrementi di topo!), dalle vendette seguite agli ammutinamenti. Dei duecentotrentaquattro marinai partiti per l’impresa, ne torneranno appena trentasei (lo stesso capo-missione Magellano troverà la morte in un’isola delle Filippine).
Uomini che non erano certo stinchi di santi. Ma si sa che, se Dio fa nascere figli di Abramo dalle pietre, è anche libero di scegliere gente di questo tipo per portare la luce del Vangelo. Così, in Argentina, la Chiesa nacque prima ancora che, in quelle zone, fosse organizzata una qualsiasi autorità statale e politica. Il popolo del paese sudamericano ha ricevuto dal cielo il privilegio di essere generato prima spiritualmente che secolarmente. Questa pagina del lontano passato ha da farci molto riflettere su come l’Eucarestia, il sacrificio del Calvario che si rinnova, sia davvero la pietra fondante della nostra vita di fede.