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Stiamo per entrare nella fase 2, e il dibattito è proprio sulla riapertura delle Chiese, un scontro aperto tra i vescovi italiani ed il Governo.

 

 

 

Papa Francesco nell'omelia del 17 aprile ha spiegato che il culto on-line non può diventare la norma da adottare  anche quando saremo fuori dall'emergenza degli ultimi tempi.

Il pericolo, ha detto, è comunicarsi attraverso i media, anche se si riducono le distanze, non siamo totalmente insieme, non celebriamo insieme

La comunione spirituale non è la Chiesa. Questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l'ideale della Chiesa è con il popolo e con i sacramenti.

In passato i padri della chiesa combatterono una grande battaglia, contro le eresie gnostiche dove si pensava che bastava l'illuminazione o l'elevazione spirituale, piuttosto che la presenza fisica alla liturgia.

È vero che in questo periodo anche coloro che non partecipano all'eucaristia, hanno dichiarato di guardarla in tv e qualcuno dice che è più comodo seguire la celebrazione in poltrona piuttosto che spostarsi fisicamente. Poi fortunatamente ci sono anche coloro che confessano, con assoluta sincerità, che si sentono orfani fisicamente della comunità ed hanno un grande il desiderio di partecipare alla funzione religiosa nella comunità e nella parrocchia.

Tutto questo ci fa riflettere che è importante pensare, che assistere ad una messa in tv, non è esattamente come partecipare di persona.

 

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