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Sia chiaro, si tratta solo di indiscrezioni. Ma da quanto scrive oggi AVVENIRE (CLICCA QUI) pare che le parti in campo - vescovi italiani, Governo e Comitato tecnico-scientifico - stiano concretamente trattando su alcune ipotesi ragionevolmente concrete.

 

 

 

“Se i dati sul contagio da Covid-19 non dovessero risalire - scrive il quotidiano cattolico -, le date su cui si ragiona in seno all’esecutivo, con l’ausilio del Comitato tecnico scientifico, sono quattro. La prima, lunedì 4 maggio, è certa (perché prevista nell’ultimo Dpcm) e riguarda la ripresa della celebrazione dei funerali. Le altre tre sono al momento oggetto di valutazione e confronto: si tratta del lunedì seguente, l’11 maggio, per la possibilità di celebrare l’Eucaristia all’aperto (si partirebbe con le liturgie feriali); e del 18 - o «più realisticamente », dice una fonte qualificata -, del 25 maggio, per il ritorno delle celebrazioni all’interno delle chiese in condizioni di sicurezza (compresi il distanziamento fra i fedeli, guanti e mascherine, sospensione di alcuni gesti liturgici come lo scambio della pace)”.

Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie, è più che una bozza la stesura di “un mini-protocollo - prosegue Avvenire - sulla celebrazione dei funerali dal 4 maggio: com’è noto, è prevista la presenza dei familiari stretti del defunto, per un massimo di 15 persone (più altri dettagli da definire in questi giorni). Riguardo ad altre cerimonie, le fonti precisano come i matrimoni siano attualmente consentiti (purché con la presenza dei soli nubendi e testimoni), mentre di battesimi, prime comunioni e cresime (di solito effettuate a maggio) non si sarebbe ancora discusso”.

Si apprende, infine, sempre dal giornale della Cei che dalla Lombardia “il governatore Attilio Fontana ha scritto una lettera al premier per chiedere il via libera alle celebrazioni religiose”.

 

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