“Non tenere conto della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti”.
È il passaggio centrale di un'intervista a mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in un’intervista dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali per i media Cei che domani sarà pubblicata integralmente su Avvenire.
“Nascono da questa passione per l’umanità - prosegue Russo - anche le parole dei vescovi italiani. Nessuna fuga in avanti, dunque; né tanto meno irresponsabilità verso le regole o strappo istituzionale. Il confronto e il dialogo con le Istituzioni governative, anche in qualche passaggio dai toni forti, non è mai venuto meno, all’insegna di una reciproca stima”.
“Le parole del Santo Padre sono la cifra essenziale per il cammino da compiere da qui alle prossime settimane. In quelle parole non c’è contrapposizione con la Chiesa italiana - osserva mons. Russo -: il Papa sostiene da sempre e con paternità il nostro agire. La Chiesa ha un’armonia polifonica, non contrapposta nelle sue voci, ma unita dalla comunione e dall’umanità”.
“Il dialogo con le Istituzioni governative è quotidiano e all’insegna di una collaborazione leale. Da lunedì avremo la possibilità di celebrare le esequie; stiamo lavorando da un paio di settimane su un Protocollo per le celebrazioni eucaristiche - conclude il segretario generale della Cei -, che minimizzi al massimo il rischio del contagio: preservare la salute di tutti deve essere un interesse primario”.