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Prosegue a gran ritmo il lavoro della Chiesa italiana in costante dialogo con il Governo per la definizione di un Protocollo condiviso per tornare nel giro di poche settimane a consentire l'accesso del popolo alle celebrazioni liturgiche.

 

 

 

In una riunione di ieri pomeriggio mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha partecipato a un incontro con il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi alla presenza dei membri del comitato tecnico-scientifico che affianca il Governo.

Mons. Russo, ha evidenziato l’oggettiva difficoltà per le parrocchie di incaricare un addetto che utilizzi gli strumenti (termo-scanner e termometri digitali) per la rilevazione della temperatura corporea dei partecipanti al rito delle esequie, che da domani torna possibile per i familiari stretti dei defunti, fino a un massimo di 15 persone.

In un clima di grande collaborazione tra le parti convocate al tavolo il problema dovrebbe essere superato con il ricorso al buon senso e alla prudenza personale e collettiva - ragioni alle quali è spesso ricorso più volte negli ultimi giorni l'arcivescovo Michele Seccia -: il comitato tecnico-scientifico avrebbe accolto la richiesta dei vescovi di rivedere l’indicazione che il Governo aveva dato nei giorni scorsi.

Una sola raccomandazione per i vescovi italiani: sollecitare i parroci a sensibilizzare i fedeli a mettere la massima responsabilità per non esporre se stessi e altri a eventuali contagi. Ne è scaturita l’esplicita richiesta di rimanere a casa a quanti presentano una temperatura corporea oltre i 37,5° centigradi, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni dei funerali in presenza di sintomi di influenza o quando vi sia stato contatto con persone positive al Coronavirus nei giorni precedenti.

 

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