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È quasi tutto pronto a Sesto Pusteria per festeggiare Jannik Sinner, il 22enne campione altoatesino che da martedì scorso è il numero uno al mondo del ranking Atp.

 

 

La mancata finale al Roland Garros di Parigi non fermerà i festeggiamenti. Tutto è pronto, infatti, nel piccolo paese del tennista, che sorge nel cuore delle Dolomiti di Sesto, già preso d’assalto in queste ore da cronisti e fan. Tutti si sentono un po’ parte di questo successo, che Sinner ha costruito negli anni, con grande sacrificio e determinazione. “La mia profezia, lanciata nel 2019, si è avverata- commenta Andreas Schönegger, il primo maestro di sci e di tennis di Sinner-. Quell’anno gli avevo detto che nel 2024 sarebbe diventato il numero uno. E così è stato. È una giornata speciale, incredibile. Sono convinto che sarebbe arrivato in cima al ranking mondiale anche senza l’infortunio di Djokovic”. Schönegger vede passare davanti agli occhi tutte le immagini di Jannik che fa i primi tiri con la racchetta.

“Fin da piccolo è stato un campione di tennis e di determinazione. Sin da quando ha impugnato la racchetta per la prima volta. Non aveva ancora 4 anni e la voglia di muoversi, di dare qualcosa era tanta. Forse per lui lo sport era già molto importante fin da allora. Era impressionante: non è mai mancato a una lezione, sempre pronto e sempre puntuale”. La gente di Sesto non ama apparire e stare sotto i riflettori. Tutti però oggi sottolineano con gioia ed emozione il fatto che un paese così piccolo - Sesto conta 1.860 abitanti - ha un campione tanto grande. Un campione di cui ricordano non solo le doti sportive, ma anche le qualità umane. “È un grandissimo esempio per la nostra gioventù - sottolinea Eric Rogger, maestro di sci - con la sua umiltà è un grandissimo ragazzo e tutti sappiamo che è un grandissimo lavoratore”.

L’umiltà di Sinner è ricordata ai microfoni della Rai anche dal parroco di Sesto Pusteria, don Andreas Seehauser: “Ci mostra che si può essere sportivi a livelli altissimi e restare comunque persone con i piedi per terra”. “Quello che è successo è una favola - commenta il vicesindaco Christoph Anton Rainer -. Abbiamo sempre sperato che diventasse un grande, ma non ci immaginavamo fino a questo punto. Jannik è sempre stato una persona eccezionale e per noi rimane sempre ‘il ragazzo del paese'”. In paese sono comparsi i primi striscioni: “Proud of you” e “Congratulation Jannik Sinner. Number 1 in the word”.

A Sesto Sinner arriverà domani 11 giugno. La festa prenderà il via nel pomeriggio in municipio, con la firma ufficiale sul libro d’oro del comune pusterese. Sarà poi la banda del paese, con la tradizionale Tracht tirolese, a rendere omaggio al campione di casa. Sinner si sposterà quindi allo “Sport Sexten”, il circolo dove Jannik ha mosso i primi passi come tennista. Qui ad attenderlo ci saranno tanti giovanissimi tennisti, provenienti dai circoli tennis regionali e che, una volta terminati i discorsi ufficiali, sperano di strappargli un autografo o un selfie.

Heini Messner, 74enne presidente del circolo tennis di Sesto, lo ha visto crescere. Ed ora che il campione di casa è diventato il numero uno del ranking mondiale la gioia gli fa venir meno le parole. “Si è avverato quello che speravamo da settimane c racconta commosso c. Me lo ricordo piccolino a giocare qui sui campi di casa. Allora non mi aspettavo che sarebbe arrivato fino a questo punto. Lo vedevo come un bambino talentuoso, ma nessuno pensava che sarebbe arrivato a tanto. Quando poi abbiamo visto i suoi progressi nel tempo, tutti ci abbiamo un po’ sperato. Ora che è a vertici del tennis mondiale siamo orgogliosi, anche se per noi del circolo rimarrà sempre il nostro ragazzo”.

Un ragazzo che aveva compiuto da due giorni 17 anni e ai microfoni del giornalista bolzanino Daniele Magagnin rivelava il sogno di diventare il numero uno al mondo e di vincere tanti tornei. Quelle immagini di un giovanissimo Sinner hanno fatto, in questi giorni, il giro del mondo. “Siamo a Santa Cristina in Val Gardena, 18 agosto 2018, finale dell’Itf Men Val Gardena, Futures da 15mila dollari - ricorda Magagnin sulla sua pagina Fb -. Sul campo ad un tiro di schioppo dall’arrivo della Sasslong, il 26enne tedesco Peter Heller (397 Atp) ha da poco superato 6:1 6.3 in 61’ un ragazzo di belle speranze, ai più sconosciuto, Jannik Sinner, 17 anni compiuti da due giorni. Quel giorno, per la prima volta il ragazzo di Sesto scese sotto i “1000” al mondo, anzi sotto i 900 per la precisione, con il sogno nel cassetto che oggi si è meravigliosamente avverato”.

“È sempre stato un sogno - sottolinea Sinner intervistato dal quotidiano Dolomiten - ma non è mai stato un obiettivo. Non ho mai pensato che io sarei mai potuto diventare il numero uno al mondo. Ho investito tante energie e mi sono allenato molto”. “È il miglior risultato che un atleta possa raggiungere. Vedere il numero 1 davanti al mio nome - aggiunge – è semplicemente fantastico. Ma è ancora più importante continuare a lavorare. Bisogna trovare gli errori e analizzarli, per continuare a migliorare. Sono arrivato a Parigi con l’obiettivo di giocare un buon torneo e non nella speranza di diventare il numero uno. Siamo partiti con delle riserve, non sapevamo come mi sarei potuto riprendere tra un incontro e l’altro”.

“Tutti sognano di diventare il numero 1. Ho sempre accettato le difficoltà che mi si sono presentate davanti e ho cercato sempre di migliorarmi. Così facendo sono diventato una persona migliore e anche un giocatore migliore. Ho avuto di avere accanto a me le persone giuste, senza le quali non avrei mai ottenuto questi risultati. Certo sono felice di aver raggiunto questo traguardo. Sono stati necessari molti sacrifici, soprattutto quando ero molto giovane. Ho dovuto prendere decisioni non sempre facili, per migliorare. Ma ho sempre cercato di restare il giovane che sono. Il successo non dovrà mai cambiarmi. Questo è un titolo, un numero, che però un giorno passerà. Oggi sono il numero uno e spero di rimanerlo per molto tempo. Se non sarà così, allora sarò il numero 2 o 3. Ma non mi faccio prendere dall’ansia di dover vincere ora tutti i tornei”, conclude.

 

 

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